Crosby, Stills, Nash & Young – 4 Way Street

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Niente come un concerto sa catturare la vera anima di una artista o gruppo; in studio spesso si giunge a compromessi, le varie anime di una band devono per forza di cose concedere qualcosa per poter coesistere. Dal vivo invece , soprattutto nell’epoca d’oro del rock, i musicisti erano liberi di dare sfogo ai propri istinti. Quella di Crosby, Stills , Nash & Young sotto questo aspetto è una vicenda da manuale. 4 grandi musicisti, 4 personalità forti che viaggiavano a coppie. L’anima più intimista e tradizionale, molto legata al folk rappresentata da Nash e Crosby con il secondo fortemente influenzato dall’esperienza coi Byrds e la devozione al primo Dylan, e quella più elettrica e arrabbiata molto più orientata verso il rock, che vedeva nel duo Young – Stills, reduci dalla fulminante avventura coi Buffalo Springfield, la sua incarnazione. Le loro visioni della musica erano al tempo stesso vicine e lontane, avevano la stessa idea musicale ma amavano esporla con modi diversi. Se negli album da studio queste contraddizioni si vedono poco (almeno nei lavori migliori) in questo doppio live le due anime di questo incredibile quartetto balzano fuori con tutta la loro audacia. Attenzione questo non è affatto un male perché “4 Way Street” è un album magnifico, uno dei migliori live della storia del rock e certamente, assieme a “Deja Vù” la massima espressione creativa di CSN&Y. In questi due cd sono rappresentati concerti tenuti tra giugno e luglio del 1970 a Chicago, New York e Los Angeles, in totale (in questa versione rimasterizzata su cd con 3 bonus track) 21 canzoni tutte di grandissimo spessore. Difficilissimo, se non impossibile sceglierne una invece di un’altra perché questo è un disco molto vario, con brani duri ed elettrici ed altri molto più tranquilli e legati alla tradizione americane al rock di matrice Wst Coast; ma non mancano le perle più vicine al blues e al gospel. Insomma ce ne è davvero per tutti i gusti. Vediamo comunque più da vicini alcuni dei brani che personalmente reputo i migliori. Troviamo così il magnifico e cupo blues di “Black Queen” eseguito in solitaria da un ispiratissimo Stephen Stills che poi ci regala anche il favoloso medley (al piano) in chiave gospel di “49 Bye Byes- American Children” con tutto il pubblico che batte le mani in puro delirio. Splendida anche “Chicago” eseguita al piano con i classici cori e il cantato che si divide tra una e 4 voci. “On The Way Home” vede Neil “cavallo pazzo” Young dare spettacolo con la chitarra acustica . Ci sono poi i grandi classici dei nostri come “Long Time Gone” sempre splendida e ricca di fascino, “Teach Your Children” con il so andamento quasi country folk e un meraviglioso gioco di voci. Personalmente però credo che i momenti più esaltanti del disco siano alla fine quando Neil e Stephen danno vita ad una incredibile southern man con un duello di chitarre elettriche che è rimasto nella storia. Suoni tirati allo spasmo, durissimi assoli taglienti come rasoi tra jam e improvvisazioni da manuale. In totale quasi 14 minuti di vero delirio elettrico. Concludiamo poi con una incazzatissima versione di “Ohio” canzone inedita scritta da Neil sull’onda dei sanguinosi scontri tra studenti e polizia alla Kent University. Suoni dure e parole pungenti, questo è il Neil Young che tutti conosciamo. Chiudiamo con la meravigliosa “Carry On” qui in versione superdilatata di oltre 14 minuti.
“4 Way Street” è un disco dalla doppia anima come abbiamo detto ma proprio per questo incredibilmente coinvolgente, un vero capolavoro del rock anni ’70 che ancora oggi suona fresco e vitale. Sicuramente uno di quegli album che non possono mancare in una collezione che si rispetti.