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Subito è un colpo al cuore. Prima ancora che parta il cd, chi mi ferisce è il booklet.
Orrore.
Tutti i testi sono caratterizzati dalla celebre e terribile “k” adolescenziale, riscontrabile in espressioni quali “fino a ke nont rovo…”, “quanta luce nei tuoi okki… e poi i rintokki” fino alla summa di “ke ank’io so amare” e “non kiedermi xkè…”. Io invece un “perché” me lo chiedo. Perché un cantautore non certo alle prime armi e non certo giovanissimo scrive testi dalla forma e dal contenuto tanto banal-giovanile? Una sorta di poetica del fanciullino del XXI secolo? Bah.
In realtà le canzoni, se si tralasciano i sopracitati testi (alcuni sono in inglese e lì va decisamente meglio), non sono male. La capacità di Pisano di miscelare tani stili, tanti generi, suoni diversi, a volte così distanti fra loro, rende l’ascolto un piacevole passatempo. Basi pop ma tanti inserti elettronici, dub, accenni reggae, echi di altre. La sensazione è che, a causa di questa grande eterogeneità, a volte nemmeno il musicista catanese sappia dove andare a parare. Il troppo stroppia? Forse sarebbe meglio delimitare alcune linee guida e puntare con quelle. Per esempio evitando quell’estetica da world music che appiattisce e finisce per annoiare e magari puntando sull’elettronica per esempio: ci sono cose interessanti ma tutt’ora al livello dell’acqua di rose.
Ora come ora un disco carino ma che non riesce a stupire né a convincere nonostante gli apprezzabili sforzi.