Backyard Babies – Making Enemies Is Good

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La storia è questa, semplice semplice: la band di Dregen (anche ex Hellacopters) e di Nicke Borg partorisce come terza uscita un grandissimo disco street che puzza di birra e whisky, di casino nella notte e giubbetti di jeans, di tatuaggi e (ovviamente) sesso e droga. Il tutto con l’aiuto (nella scrittura dei pezzi) di Ginger, frontman della band inglese dei Wildhearts. In questo tentativo di fondere punk, glam, rock’n’roll, chitarre esplosive e una discreta strafottenza e tamarraggine i ‘Babies fanno centro e creano un lavoro favoloso (purtroppo gli alti livelli compositivi non verranno poi confermati in seguito), sebbene più “pulito” e meno “a rotta di collo” del precedente ‘Total 13’. Energia, fiamme, potenza e profusione di doppie voci già confermate dall’iniziale I love to roll e dai due singoli Brand new hate e la bellissima (mammamia! Voto 10) The clash in cui melodia e adrenalina formano un mix irresistibile. Ma non solo questo. My demonic side, Ex-files e soprattutto Colours (altra canzone da idolatrare) rivelano invece un altro lato della band svedese, non solo incendiario e seza requie, ma più contenuto: melodie più oscure e controllate (dire “lente” sarebbe sinceramente troppo), con sonorità taglienti ma sempre caratterizzate dai perfetti stacchi che tanti brividi mi provocano. E poi via di nuovo premendo a fondo sul pedale dell’acceleratore. Un leggero calo sul finale (Too tough to make some friends e Bigger w/a trigger non sono proprio i loro pezzi migliori) ma una dimostrazione di forza per questo ‘Making enemies is good’ che è diventato un grande classico, almeno a casa mia.