Gli Aedi sono un gruppo italiano dal sound e dall’inclinazione tutta internazionale. Hanno all’attivo un demo album autoprodotto The adventures of Yellow (2008), l’Ep Polish (2009) e due album, Aedi met Heidi (2010) e Ha Ta Ka Pa (2013), quest’ultimo prodotto da Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten).
La loro proposta musicale fonde numerose immagini, idee e sonorità con un piglio dalla forte attitudine punk che va ascoltata perché in grado di coinvolgere e trascinare per la naturalezza delle sperimentazioni e per l’energia primordiale e diretta che emana, nonché per una voce femminile inafferrabile e penetrante al contempo. L’ultimo album contiene anime diverse che si scontrano e si incontrano tra loro, tra attimi tribali e ruvidi e istanti più eterei e intimisti. Li abbiamo intervistati per saperne di più sul loro universo sonoro.
Come e quando è iniziato il progetto Aedi?
Il progetto Aedi nasce a San Severino Marche (MC) nel 2008 con l’uscita del primo demo album autoprodotto The adventures of Yellow.
L’aedo, antico cantore greco ma anche personaggio in un certo senso sacro e profetico, cosa conserva di questa figura e come muta la sua concezione originaria all’interno del vostro stesso nome e nel vostro modo di fare musica?
Giusto! Gli aedi erano una delle prime figure di musici nell’Antica Grecia, ma, ahimè, non hanno nulla a che vedere con il nostro modo di fare musica…ė un bel termine, suona bene, ė semplice, ė breve ed ė bifronte. AEDI = IDEA
Cosa c’è di magico, mitico e rituale nella vostra musica?
C’ė l’animo di cinque teste, il gusto dell’attesa, l’energia condivisa nello stesso Inno, l’attitudine punk, le urla selvagge di uno spirito animale, e amore.
Le immagini che prendono vita dalla vostra musica sono tante e pregne di colori e sonorità più variegate, tra attitudine punk, sfumature ritmiche noise e istanti in un certo senso estatici e bucolici, tratti stilistici “spirituali” e attimi goliardici. Come nasce e come si evolve il vostro immaginario musicale a metà strada tra visioni arcaiche e contemporaneità, ruvidezza e delicatezza formale e compositiva?
Nulla ė studiato. Tutto si abbandona alla naturalezza, tralasciando vie traverse e percorrendo un unico diretto e energico percorso.
Quanto è importante nel progetto Aedi il ruolo della voce e come si fonde con l’intero apparato strumentale?
La voce ė intesa come strumento, si mescola e comunica nel sound dando colore e intensità. Come tale le parole nascono dalle sonorità primordiali e spesso si lasciano trasportare da imprevedibili improvvisazioni.
Il vostro album, Aedi Met Heidi, è una dicotomia in termini? Vena intellettuale e gioco? Retorica e fantasia?
Aedi met Heidi ė un gioco di parole volto a confondere la giusta pronuncia , ma anche l’incontro dell’accademico aedo con la giocosità di Heidi.
Il vostro ultimo album, Ha Ta Ka Pa, ha un titolo altrettanto inusuale. Qual è il suo significato e da quali sensazioni ed emozioni è stato generato?
Richiama a una misticità sconosciuta. Non ha alcun senso al di fuori delle sensazioni che può trasmettere… dopotutto suona bene, no?
Come è stato collaborare con Alexander Hacke, che si è occupato della produzione dell’album?
La collaborazione è stata indubbiamente un momento di grande crescita, nella produzione ha esaltato le nostre qualità senza alterare il nostro Spirito. Una guida. Drogato di limonata!
Un pezzo come Rabbit On The Road come è nato e quali idee e impressioni contiene al suo interno?
Il gioco delle ERRE (R)… Quattro personaggi a confronto. Quattro personalità contrastanti. Difficile convivere, sarà una bella crescita…
E di pezzi come Yaca e Tomasz cosa mi dite?
Yaca è il suono del viaggio, con le catene. Tomasz è dedicata a Tomasz, un caro amico violinista polacco. Un dialogo ancora vivo!
Come è andata invece con la scelta di uscire per un’etichetta europea come la polacca Gusstaff Records? Un modo questo anche per esplorare orizzonti extra-nazionali?
Non una scelta, ma una fortuita casualità di percorso. Un bell’incontro!!
Parlateci un po’ anche della scelta dell’artwork dell’album.
Nasce da una bella giornata. Poi una foto, a Mondovì, durante i giorni delle registrazioni. Descrive esattamente il vissuto, cuore, colori e contrasti proprio come le sonorità dell’album. Opera autoprodotta al 100% !
Quali saranno i vostri progetti futuri?
Live. Live. Live.
mer 20.03 Zurigo, Mi-Sous CH w / DOAC
sab 21.03 Winterthur, CH Helvti w / DOAC
gio 23.03 Schaffhausen, il cardinale CH w / DOAC
ven 29.03 Teramo, Dejavù w / DOAC
sab 30.03 Senigallia, Gratis Club
dom 31.03 Castelfidardo, On Stage w / DOAC
gio 04.04 Gioia del Colle (BA), Arci Lebowsky
ven 05.04 Guagnano (LE), Arci Rubik
sab 06.04 Agropoli (SA), Riviera
sab 13.04 Cottbus, Muggefug DE
dom 14.04 Cracovia, RE PL
lun 15.04 Zielona Gora, Zielona Jadlodajnia PL
mar 16.04 Warszawa, PL Powiekszenie
ven 19.04 Benevento, Morgana
ven 26.04 Torino, Officine Corsare
mar 30.04 Parigi, La cantine de Belleville FR
dom 05.05 Ferrara, Zuni
gio 09.05 Berlino, TBA DE
ven 10.05 Utrecht, ACU (Impollinazione) NE
ven 17.05 Leitersdorf, Roter Gugl AS
dom 09.06 Montecassiano (MC), Svicolando
ven 28.06 Morrovalle (MC), Festivalbeer