Babadook di Jennifer Kent
Dove finisce la storia di Babadook? Oltre la malattia sociale, il trauma infantile, l’horror che vomita sangue e il thriller psicologico, Babadook convoca un suggestivo e imprevedibile duello di magia.
Dove finisce la storia di Babadook? Oltre la malattia sociale, il trauma infantile, l’horror che vomita sangue e il thriller psicologico, Babadook convoca un suggestivo e imprevedibile duello di magia.
Terminator Genisys è una macchina mutaforma imperfetta, razionalmente nostalgica, blandamente (an)affettiva (qualche alleggerimento ironico, il sorriso ingessato di Schwarzenegger, “I wanna be sedated” dei Ramones in cuffia). Perciò infallibile (vedi box office).
Qualcosa è sopravvissuto, degli embrioni narrativi, dell’immaginifico mondo (s)perduto di Jurassic Park, nell’ultima partogenesi dei dinosauri Universal. E qualcosa si
“Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito” William Blake – The Marriage
La pellicola di Brett Morgen sulla vita del cantante dei Nirvana, analizzata dal nostro Daniele Badella.
La recensione del film Vizio Di Forma con Joaquin Phoenix, Owen Wilson, Josh Brolin e Reese Witherspoon.
Spoiler alert L’inaspettata virtù di un’opera programmaticamente audace come Birdman, non sta solo nel riscatto liberatorio dalla secche di una
Se Il Signore del male (Prince of Darkness, 1987) non figura tra i film più celebri e celebrati di John
Forse Big Eyes sarebbe da leggere, in ultima analisi, come la lucida e dichiarata consapevolezza del regista del proprio status di icona aprioristica – in bilico tra autorialità e dogmi dell’industria, estro eccezionale e ripetizione standard- raggiunto presso il suo grande, fedelissimo pubblico. Che, similmente ai fan adoranti di Margaret Keane assiepati all’esterno del tribunale, non chiede altro che un prezioso autografo sul nuovo catalogo del suo immaginario, che sia originale o l’ennesima copia (di se stesso).
Il film ha come tema la relazione fra la politica e la pubblicità: per poter dire di no alla dittatura
Per andare avanti bisogna lasciarsi qualcosa alle spalle L’assunto del pilota Cooper, stringatura for dummies della terza legge di Newton,
L’epiteto più o meno lusinghiero di “residuati bellici” affibbiato a Stallone e compagni si rivela più che mai azzeccato per
Cos’hanno in comune Autobot e scimpanzé, il capobranco Cesare e Optimus Prime? In verità, più di quanto non si possa a prima vista sospettare. Nel deserto ad aria condizionata che diventa la multisala estiva, Transformers 4 – L’era dell’estinzione di Michael Bay ed Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie di Matt Reeves, oltre a contendersi incontrastati il botteghino, si incaricano di fare il punto su statuto e resistenza del concetto di umano in uno scenario insediato da elementi ugualmente pre e post-umani, come in effetti sono sia i Transformers che le scimmie antropomorfe.
In tempi di peplum revival, lo scontro fra titani della stagione è quello che ha visto collidere a pochi mesi di distanza Hercules – La leggenda ha inizio di Renny Harlin (uscito in gennaio), protagonista Kellan Lutz, e Hercules – Il guerriero di Brett Ratner con Dwayne Johnson (in sala dal 13 agosto). Altri due prodotti dell’intrattenimento mainstream ascrivibili a un processo di revisionismo smitizzante (si pensi alla recente invasione di rivisitazioni fiabesce, da Biancaneve fino a Maleficent), stavolta incentrato sul celeberrimo forzuto della mitologia greco-romana.
Un film anti-cinematografico, monolitico, dove Cronenberg sembra non voler spettacolarizzare un solo frame: lasciando lo spettatore imbrigliato in una ragnatela colloquiale carica di significati nascosti. Non sorprenda dunque l’ossessione per i dipinti di Rothko, artista atemporale, testimone della tragedia del nascere, vivere e morire. Capolavoro.