Apparat – Walls

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Con ‘Walls’ Appart sembra voler dire ai suoi ascoltatori che la sua vita non si compone di soli club, dando questa sensazione già dall’iniziale “Not a number”, lenta costruzione che ha tutto il sapore di un rilassato risveglio domenicale.
La componente legata alla parte più dance del musicista tedesco resta però molto forte e spesso anche parecchio convincente, come in “Fractales”, brano migliore del disco grazie a ritmi serrati e a irruenti scelte sonore, canzone capace però di sfumare in un dolce e malinconico richiamo nella sua seconda parte.
Unica parte altalenante di ‘Walls’ sono i brani cantati (divisi tra il bravissimo Raz Ohara e lo stesso Apparat), che se in alcuni casi convincono pienamente come nel caso di “Hailin from the edge”, in altri frangenti come in “Holdon” lasciano un po’ d’indifferenza, particolarmente per l’eccessiva similitudine con certo pop facilone.
Nonostante qualche piccola defezione il nuovo album di Apparat è un perfetto esempio della maestria di questo musicista elettronico, capace di dare un calore unico alle sue note e ai suoi suoni, abilissimo nel costruire composizioni impeccabili e affascinanti. ‘Walls’ risulta quindi un disco maturo, completo, perfetto risultato di scelte giuste e decisive e di un talento con pochi eguali in Europa.