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Luca Sciarratta (già incontrato su queste pagine) e Dario Sanfilippo, L’Addimmuru e la loro personale visione della disgregazione. Chitarra e live electonics nel pieno del loro richiamo siculo (l’addimmuru, rancio, rancido, andato a male) che omaggiano i flussi sonori di Akiyama e Nakamura e ne stravolgono letteralmente le coordinate, forgiano materiali sonori pesanti sempre sull’orlo del collasso, battiti, metallo, terra e pietra.
La loro cifra espressionistica è dannatamente forte nel negare le possibilità combinatorie dei due strumenti quanto nell’elaborazione di drone a cavallo con la musica concreta, un ambient terreno e tetro che arriva dal profondo (a.ddimmuru) e che via via si sbriciola, scompare in cellule sonore al limite perenne tra isolazionismo e impro. Ambienti sonori che sembrano analogici (legati alla terra), arcaici, sanguigni (la scelta di dare alle stampe materiale registrato live in bassa fedeltà è brillante e programmatica conseguenza del tutto) e legati sempre più al concetto d’appartenenza della loro terra, la Sicilia. Gran bel disco.