Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
Noise? Garage? Punk? Psichedelia? Naaaa: delirio. Puro delirio direttamente dall’underground californiano. Il loro suono? Un Jimi Hendrix noise dopo essersi sbronzato. Ecco, più o meno ci siamo. Molto il merito dall’uso di uno strano aggeggio, l’echoplex: un manipolatore di suoni che sfrutta delay e echo per dilatare in maniera allucinata il muro di tutti gli strumenti – voce compresa.
Meno furioso del precendente lavoro omonimo, non perde l’attitudine garage pur dando spazio ad ampie digressioni psichedeliche: l’intro di Beneath The Ice Age ne è la prova. Percussioni, reverberi e delay si intrecciano fino a dare vita ad una calma apparente che verrà distrutta dall’entrata del riff. Un’altalena di suoni che si ripete più volte nel disco: Return To Heaven ed Esp, i dieci minuti di jammata di The Black Poddle, Johnny Depp e Benicio del Toro in Paura e Delirio a Las Vegas con eventuali strumenti, The Unicorn – un fantastico e soffice momento acustico progressivamente sporcato dall’entrata di un feedback che satura la melodia fino alla morte.
Da un’intervista la band dice di non amare particolarmente le cover, ma se dovessero proporne una live sceglierebbe sicuramente Light My Fire dei Doors. A quando un live?