ATTITUDINE E VISUAL: Il palco della sala S. Cecilia è allestito in modo curioso. Al centro un grande tavolo sul quale si vedono spiccare dei libri, alcuni fogli ed un telefono. Attorno ad esso delle sedie, mentre sulla destra bene in vista un pianoforte e sulla sinistra una cabina W.C. Lo sfondo è coperto da un’altissima tenda a frange nere che ondeggiano lievemente e lasciano intravedere strumenti quali la batteria, percussioni varie ed altri strumenti più o meno esotici. Quello di stasera non è un concerto. Non il solito fantastico e caldo live che si tiene puntualmente a Capannelle durante l’evento di Rock in Roma, no. E l’inizio arrivò in coda, tre ore di concerto-teatro improntato sulla storia delle prove, il tentativo di creare una scaletta per l’evento che si dovrà tenere nella sala della “Esse Esse Cecilia, quella santissima che c’ha la doppia S.”. La scena si apre con Pino Marino che arriva nella sala prove “dell’Auditorio, quello costruito piano piano da Renzo”, e mentre attende l’arrivo dell’amico Daniele ascolta i messaggi lasciati in segreteria telefonica.
Amilcare Magnalaquila, impresario dei due, arriverà tardi e non li potrà seguire: è bloccato nel gabinetto di Alemanno.
E poi Samantha e Vanessa, nouvelle groupies che si offrono a Pino e Daniele se solo canteranno live Le cose che abbiamo in comune. Sono queste alcune figure che costellano lo show. Numerosi gli ospiti sul palco.
Oltre ai due cantautori, sono presenti alcuni componenti dell’Orchestra di Piazza Vittorio e Gabriele Lazzarotti, che in questa serata durante l’esecuzione di un brano ha smesso per un attimo le vesti di bassista ed ha suonato il piano.
AUDIO: Essendo un concerto-teatro l’audio non ha dato problemi, anzi. Alcuni brani di Daniele sono stati ammorbiditi nei suoni, per rendere il tutto di classe ed eleganza. Penso ad esempio ad un medley, quello di Fatto una volta, fatto per sempre / Voglia di gridare: un classico nella discografia di Silvestri che infiamma le masse ed è stato eseguito con toni minori, conservando l’essenza del testo, seguendo l’andamento intimo che caratterizza il brano di Pino.
SET LIST: Il giusto equilibrio fra alcuni brani tratti da S.C.O.T.C.H. e alcuni classici, uniti ai pezzi più noti ed introspettivi della discografia di Pino. L’esibizione si è aperta con Le navi, Io non mi sento italiano e L’acqua e la pazienza.
Un saluto a Niccolò Fabi, l’amico col quale Silvestri ha realizzato Sornione e che è stata cantata in duetto con Pino. Svolta di leggerezza con La paranza e Lo strozzino per giungere a L’autostrada, nel quale si è esaltato il contributo di Ramon José Caraballo (tromba). E ancora L’uomo a pedali di Pino contro L’uomo intero di Daniele, L’alluvione del ’43 e un assaggio mordi e fuggi di Gino e l’alfetta. In chiusura: Manifesto, Salirò e Testardo, brani che hanno rotto definitivamente le barriere del bon ton imposte dall’austerità di un luogo quale l’Auditorium.
PUBBLICO: Data sold out, e chi si è perso l’esibizione in casa del nostro duo per quest’anno non avrà altre occasioni. Con un po’ di stupore fra le presenti, in uno scambio di battute Daniele ha ammesso che in estate si sposerà e non farà altri concerti per il momento. In sala era presente il solito pubblico che lo segue nelle sue esibizioni: dai giovani alle famiglie, Silvestri è un cantautore che raggiunge vasti consensi. Sarà che ci mette il cuore, le emozioni di un tessuto quotidiano percepibile e riscontrabile nella realtà di ognuno. Unito alla genuinità di Pino Marino, si è dato un tocco di calore che ha abbracciato i presenti. E poi, che meraviglia. Quando al termine di ogni suo concerto in capitale Silvestri dal palco grida con affetto “Roma!”: come fare a non rispondergli?
LOCURA / MOMENTO MIGLIORE: La spontaneità del romano doc, inconfondibile ed ineguagliabile, si è riversata nelle battute che hanno intervallato i brani. Di particolare rilievo i siparietti comici, che hanno visto il fantomatico Amilcare Magnalaquila chiuso in gabinetto da Alemanno, “uno che in capoccia ‘sta fissato con la neve e che punta tutto sulle Olimpiadi Invernali, tenendo 12 spalaneve nascosti sotto i fori romani”. Anche se le riflessioni più serie ed importanti sono state dedicate a figure ed eventi simbolo che hanno caratterizzato la storia di un’Italia politica che in passato ha sbagliato e trascina ancor oggi ombre e fantasmi mai sconfitti.
Non sono stati eseguiti brani quali Cohiba o Il mio nemico, ma una menzione raccolta, intima ed emozionante è stata dedicata al ricordo che non deve morire di figure quali Peppino Impastato, Falcone e Borsellino. Nonché ad Ustica e le stragi di Piazza Fontana e Piazza Bologna.
CONCLUSIONI: In una Roma che porta in trionfo Daniele Silvestri, è un peccato dover constatare che Pino Marino non è così noto (almeno a casa sua) quanto merita. E con questo, intendo rivolgere un invito all’ascolto poiché personalità simili di cotanto talento e bravura non sono facili da incontrare. Perle di un cantautorato che va assaporato intensamente.