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10 Gennaio 2012 | Mute Records | nin.com |
Dopo la collaborazione per il film The Social Network, che ricevette l’Oscar per la miglior colonna sonora, la coppia Trent Reznor – Atticus Ross ritorna a lavorare con il cineasta David Fincher in occasione del film The Girl With The Dragon Tattoo, remake di Uomini che odiano le donne dello svedese Niels Arden Oplev, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di Stieg Larsson.
Il risultato è un mastodontico album dalla struttura compositiva enciclopedica; trentanove brani per oltre tre ore di musica che fluttuano all’interno di un onirico e visionario pastiche sonoro pregno di elettronica e di sintetismi luciferini. La colonna sonora percorre misteriosi itinerari ambient-drone e viaggi oscuri e lugubri dalla tecnica compositiva impeccabile e articolata, alternando momenti di tensione ritmica e furia acustica a sonorità torve e intimiste, spesso accompagnate da meditativi e suggestivi fraseggi pianistici. Sono gli ambienti elettronici più puri, che si mescolano a rumorismi malsani e a lunghi attimi fatti di silenzi su strutture ritmiche glaciali, a dominare il pentagramma minimalista dell’album. I loop sintetitici si mescolano così a un infinito flusso sonoro in grado di restituire visioni surreali tra ricercati dettagli melodici e perfezione sonora.
Il disco si rivela essere prevalentemente strumentale ad eccezione della distorta e splendida cover dei Led Zeppelin dai risvolti “apocalittici”, Immigrant Song, cantata da Karen O degli Yeah Yeah Yeahs, e del brano di Bryan Ferry, Is Your Love Strong Enough?, eseguito dagli How To Destroy Angels (Ross e Reznor stessi assieme alla voce del progetto, Mariqueen Maandig Reznor) e arrichito da oscuri tappeti elettronici. Dilatazioni aliene (One Particular Moment), minimalismo tracciato su evanescenti immagini pianistiche (Parallel Timeline With Alternate Outcome), morbi sintetici (Cut into Pieces), pennellate digitali (Infiltrator, An Itch), aggressioni sonore (A Thousand Details), tribalismi primitivi (Oraculum), quiete ambientale su saturazioni di piano (Under The Midnight Sun), confluiscono così all’interno di questa affascinante colonna sonora. The Girl With The Dragon Tattoo è un’opera complessa, non direttamente fruibile, che sicuramente viene assorbita e compresa fino in fondo solo dopo ripetuti ascolti e che necessita di un’attenzione particolare, ma che è anche capace di sbalordire sin da subito soprattutto dal punto di vista dell’eccellenza compositiva e della produzione.
È una soundtrack (anch’essa candidata ai Golden Globe) maestosa e colma di purezza sonora che esplora confini musicali universali e nella quale convivono spiriti differenti immersi tra incubi rabbiosi, esplosioni ritmiche, allucinazioni evocative e inferni pregni di ombre e d’oblio.