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13 Marzo 2012 | 4AD | Grimesmusic.com |
Checché ne dicano quei mandrilloni poco raccomandabili di RollingStone Italia (vedi l’articolo ‘Grimes e la scapigliatura del pop’), non credo sia rilevante decidere se Grimes (al secolo Claire Boucher, ventitreenne canadese) sia carina abbastanza per sfondare nel Mondo Del Pop, dal momento che è lei la prima a fregarsene.
Lei si preoccupa di fare la sua musica post-internet (miscuglio di infinite influenze acquisite grazie alla Rete, ripassate in salsa elettronica) e prende la questione molto ma molto sul serio. Questo Visions, terzo disco in due anni per la signora Boucher, nasce da tre settimane di reclusione ai limiti dell’autosequestro. Garageband, qualche pedale e una tastiera sono stati la vita di Claire per ventuno giorni (poi ovviamente è quasi impazzita, ma è un dettaglio trascurabile). Per farsi piacere questo disco basta sicuramente meno: appena parte ‘Genesis‘ è chiaro che non si tratti del solito rimpasto senza carattere; se i vostri timpani hanno sopportato Kate Bush, il falsetto imperante non vi creerà problemi, e le basi hanno una leggerezza inquieta che sembra veramente arrivare da un altro mondo. A completare il quadro, i testi di gusto dadaista che conferiscono quel tocco trash-chic che tanto piace agli hipster.
Ma aldilà della musica, che presa in assoluto non è comunque nulla di rivoluzionario, di Grimes colpisce la storia… anzi, innanzitutto il fatto che abbia una storia: invece di sbucare preconfezionata dal nulla e prima farsi eleggere prodigio del momento, si è fatta una vita che, attraverso viaggi illegali in barca e incursioni nella scena DIY di Montreal nel Lab Synthèse, le ha permesso di fondarsi un immaginario interiore ed esteriore da cui attingere. Insomma, non è un involucro vagante, tant’è che sente il bisogno di sfogare la sua traboccante creatività ovunque, che si tratti di dipinti tra il tenero e lo scabroso o di anelli a forma di vagina, per quanto in modo discutibile, Grimes si fa notare.
E dire che il suo sogno sarebbe vivere in pijama e scrivere pezzi per Rihanna…