Fausto Gilberti è un ragazzo bresciano classe ’70, ma è soprattutto un disegnatore che espone già dal 1995. Conosciuto dal pubblico “alternative” soprattutto per il suo ultimo libro ROCKSTARS (edizioni Corraini) dove disegna con il suo inconfondibile tocco “minimalista” fatto di china, band di tutte le epoche dai ’50 agli anni 2000.
A noi di Rocklab racconta i 10 cd che stanno girando nel suo lettore in questi giorni e che magari lo ispirano proprio mentre crea i suoi personaggi “Burtoniani”.
Se siete a Milano, ricordate che giovedì 25 ottobre inaugura la sua nuova mostra personale dal titolo LOST CONTROL alla GALLERIA FEDERICO LUGER in via Circo, avrete tempo fino al 22 dicembre.
Interpol – Turn on the bright lights
Ascoltare questo disco è come essere trasportato indietro negli anni magici del post punk.
Preso a New York pochi giorni dopo il lancio, mi fece da colonna sonora per i successivi venti giorni passati nella grande mela cercando tra i negozi dell’east village un vestito vintage in stile Interpol da usare per il mio matrimonio.
Arcade Fire – Suburbs
Anch’io sono tra quelli famosi e non famosi, musicisti e non musicisti che dicono che gli Arcade Fire sono ora la più grande band sulla faccia della terra.
Nirvana – Nevermind
Uno degli ultimi acquisti, non potevo non averlo originale e ormai mi sembrava assurdo e anacronistico continuare ad ascoltare, in macchina, il cd masterizzato o, in studio, la musicassetta maxell con i disegnini e i titoli scritti a mano.
Bon Iver – Bon Iver
Justin Vernon mi piace. È strano, fa una musica cantautoriale, folk, senza particolare originalità, ma non so come spiegarmelo, mi piace molto, c’è qualcosa che non riesco ancora ad afferrare, qualcosa di affascinante, un’alchimia, un ingrediente segreto forse.
The XX – Coexist
Li metto dopo gli Arcade Fire. Negli utimi anni ho acquistato pochissimi cd (ascolto molto in streaming). I loro anche per regalarli.
Anna Calvi – omonimo
Ecco una vera Rockstar in gonna che non canta come una Bjork con l’influenza. Potente.
Sigur Ros – Ágætis byrjun
Dopo il concerto di Villafranca li ho rimessi in playlist.
The Black Keys – El camino
Lonely Boy è trascinante. È la più richiesta dai miei bimbi. Altro che Zecchino d’oro e Il caffè della peppina. Qui si balla!
Muse – 2nd law
La prima traccia parte bene, ma poi si trasforma e sembra di sentire la colonna sonora di una pellicola mattone da Oscar; nella seconda (Madness) ritorna George Michael (con Faith!); la terza mette sul palco Prince; la quarta, ecco i redivivi Queen; la quinta pure; poi gli U2 (ascoltate Big Freeze), Radiohead (Explorers), Foo Fighters, John Williams o Alex North andando di sinfonie. Mi chiedo: ce la faranno prima o poi ad essere Muse i Muse o continueranno ad imitare altri? Perché bisogna dirglielo, i Flaming Lips lo fanno già, ma come progetto. Chi è del tutto originale oggi giorno, però, scagli la prima pietra. Nessuno? Chiamiamoli “eccentrici” dunque. Divertente.
Alt-J – An Awesome Wave
Le opere d’arte non si possono spiegare. Evocativo.