The Sade – II

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Quando nel 2008 Andrea “Pozzy” e Marco “Sade” cominciano a ragionare sul progetto, sanno perfettamente cosa vogliono. Ovvero, Hi-Nrg Rock’n’roll. Vengono da esperienze diverse: Andrea con gli Ojm e Marco tributando i Motorhead.  Il tutto può completarsi. Partono ispirandosi alle leggende, quelle del punk: MC5, Stooges e Radio Birdman, con un orecchio attento alle risposte di genere più recenti – Hellacopters e Turbonegro. Diventano un power trio arruolando Matt “Sade” alla batteria rilasciando nel 2011 il primo e fortunato “Damned Love” – disco apprezzato sia nel nostro paese, grazie ai ripetuti passaggi video su Rock Tv, che oltre oceano dove viene premiato come disco del mese da una rivista americana.

II è il secondo lavoro, quello della maturità. Non solo musica, ma una forte connotazione esteticamente oscura comincia a caratterizzare i nostri. Il contesto cambia leggermente, influenzato dai fuochi fatui mutuati dal lavoro di Glenn Danzig solista, e con i Misfits. Tanto da portarli ad aprire i concerti dei “nuovi” Misfits e di Gibly Clarke dai Guns’n’Roses. Il disco viene presentato al meglio, con una “Black Demon” –  primo singolo estratto e correlato da un video stupendo – capace di riportarci sui territori crepuscolari battuti dai Misfits di American Psycho. Per tutto il disco l’olezzo d’obitorio riesce a mescolarsi egregiamente con l’alta tensione in dotazione al reparto di rianimazione di un ospedale gestito da scienziati pazzi. Un clima orrorifico, buono per le pellicole dirette da Rob Zombie, qui si nutre della carcassa del punk Detroitiano, non disdegnando mai l’incursione chitarristica tanto cara alla band di Axl Rose. La Go Down Records, sempre attenta a queste realtà fa centro nuovamente.