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Ottobre 2013 | woodworm | JuliesHaircut.com | ![]() |
A quindici anni dall’esordio e lungo tempo dall’ultimo album, Ashram Equinox riconferma i Julie’s Haircut parte fiera dell’underground made in Italy. Un artwork di Pasquale De Sensi ci invita subito all’atmosfera surreale del disco: una suite psichedelica di poco più di quaranta minuti, con allusioni post rock e alla musica etnica. Una toccata per pianoforte, e si parte. Fiati e momenti elettronici si fondono regalando un’atmosfera che sfuma in momenti di trance. I giri di basso si fanno sentire immediatamente, i synth sono ben bilanciati e le percussioni non sono mai fuori posto. Si fa esperienza profonda dei suoni liquidi, e ci si lascia trasportare da questo andare e venire. In tutto otto movimenti, che passano da atmosfere visionarie ad altre più ritmate, e proseguono in una fluida, dolce soluzione di continuità. L’ascolto richiede attenzione e dedizione: una volta aperta la porta di quel mondo ipnotico e onirico, si viaggia senza sforzo, fino alla fine, lungo il sentiero che ammicca all’esoterico. Un ascolto talmente levigato che le parole sarebbero fuori luogo. Per cui bando alle liriche: la voce – quando presente – è usata poco e si fa eco del suono cosmico. Si assaporano momenti vertiginosi con questo album, che riprende il filo di Our Secret Ceremony e le idee proposte qualche anno addietro con After Dark My Sweet.
I Julie’s sono stati maestri di composizione ed equilibrio: il risultato è introspettivo, romantico e – quando i suoni sono pescati a piene mani da tutto l’Oriente – a tratti esotico. Insomma, un lavoro che si svela subito internazionale. Con Johin e il suo dub elettronico sembra di passeggiare tra le stelle, poi ti avvolgono le sonorità di Taarna e la pausa di respiro di Equinox, finché arrivano inquieti i ritmi di Sator e si vola con Taotie, pezzo forte della suite. Un album fatto di esperimenti che si dilatano, scivolano e chiudono un cerchio: ritorna il suono del piano, ma non è solo, torna con quei suoni sognanti incontrati lungo tutti i movimenti. Torna il sereno, il viaggio ipnotico è finito, e sfuma nel silenzio. Ci sveglia il tocco dei cembali.
Spegnete la luce, chiudete la porta, staccate il telefono per quaranta minuti e ascoltatelo come si deve. Ne vale la pena.
[schema type=”review” name=”Julie’s Haircut – Ashram Equinox” author=”Alessia Mangiavillano” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]