Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
24/02/2014 | raster-noton | kangdingray.com |
“The Solens arc is what remains after the subtraction of the goal; a simple parabolic curve defined by gravity, impulse and starting angle. No target to hit, no catharsis to wait for, just the beauty of the flight”
(press release)
Me lo figuro così David Letellier, aka Kangding Ray, immobile con gli occhi puntati al cielo, ad immaginarsi i movimenti della galassia sotto una coltre di nebbia tossica da scenario post-apocalittico. Ad assorbirli, mescolarli, trasformarli in musica. Infine riprodurli, spararli tra quattro mura con la potenza di una scarica da ventimila volt, e portarci tutti sulla sponda più oscura della club music.
Il quarto album del francese d’adozione berlinese, uscito il 24 Febbraio 2014 per Raster-Noton, è una macchina magnetica a moto perpetuo in cui ogni traccia funziona da carburante per quella seguente. Una composizione in continua evoluzione, dove ogni parte è un ingranaggio che da forma alla struttura stessa, mantenendo però ben definita la sua particolare funzione. La release comprende due dischi con tre tracce per ogni lato, quattro “archi”, quattro parabole. D’importanza capitale sono impulso ed angolo iniziale: ‘Serendipity March’ è un proiettile che buca la pista a ritmo marziale, sciogliendosi nella parte centrale per addolcirsi sul finale. ‘The River’, che a sua volta è l’incipit di Evento, incede come un serpente sulla preda, con decisione e velocità esponenziale, in una notte mai così profonda.
La potente ‘Blank Empire’, aumenta i colpi al suolo scavando un labirinto senza fine, un gorgo che inghiotte materia e sentimenti. Le vibrazioni aumentano – Amber Decay – e la traiettoria impazzisce, culminando in suono sempre più inquieto, ambiguo, funereo in ‘History of Obscurity’, fino ad accartocciarsi su se stesso. In fine, al rallentare dei giri – Son -, corrisponde una mutazione dolorosa in altra forma: impressione sottolineata dal battito cardiaco di chi ascolta, dalle contrazioni di chi sta ballando, vibrando, contorcendosi da fermo. Se è lo spazio a muoversi sotto i tuoi piedi, il non movimento diventa un movimento, il dancefloor è un razzo spaziale a gravità zero in caduta libera attraverso le nebulose, che fa il solletico all’ombelico di un buco nero.
[schema type=”review” name=”Kangding Ray – Solens Arc” author=”Stella De Minicis” user_review=”5″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]