Immanuel Casto @ Locomotiv Club, Bologna, 28-03-2015

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Non ti negherò il mio deretano.
Te lo consegnerò chiavi in mano.

Attitudine e visual:
Immanuel Casto è un prodotto pop e visual. Proprio per questo è incredibilmente attento alla propria immagine e a tutto quello che ne concerne, soprattutto in sede live. Per questa data del Locomotiv, il Casto Divo ha preparato una sorta di best-of per celebrare questi dieci anni di attività. Ogni brano proposto in sede live possiede una coreografia personalizzata, il proprio videoclip proiettato sullo sfondo e innumerevoli chicche visuali – come parti del testo per invogliare il pubblico a partecipare a una sorta di orgia karaoke/groviglio canoro. Le ciliegine sulla torta sono le Beat Girls (da innamorarsene dopo i primi 20 secondi) e il supporto visivo, nonché canoro, di Romina Falconi, Minerva Lowenthal e una guest-appearance di Tying Tiffany, per il piacere visivo di tutti.

Audio:
Dimenticate per un attimo gli avvolgenti testi del Casto Divo, e cercate per un momento di scindere la voce dalla musica. Il risultato è incredibile. I potenti synth e le pulsazioni elettroniche sono degne di qualsiasi electro-act europeo, possa essere Calvin Harris come i Depeche Mode. Ci sono atmosfere electro-dubstep in stile Katy B/Benga e altre più industrial e marziali alla Apoptygma Berzerk o VNV Nation. Una scelta, a mio avviso del tutto Italiana, predilige però sempre una leggera predominanza vocale sul tappeto strumentale.

Setlist:
Per celebrare il decennale, Immanuel Casto ci propone ben 25 brani da tutto il suo repertorio. L’intero concerto è un concentrato di divertissement di prima qualità. Il nostro abile cantante ci tormenta piacevolmente con dei petting sonori fino a farci raggiungere l’orgasmo mediante i suoi accattivanti singoli, piazzati sapientemente ogni due-tre brani. Via con “Crash” seguita dalle lezioni d’aerobica di “Zero Carboidrati”: le cosce si muovono, i sederi scoperti ancora di più, per non parlare dell’abbondante davanzale della Falconi. Il tutto diretto dall’attillato e glitterato Manuel. Il Casto Divo ci delizia, mentre si riposa e riprende fiato, con divertenti storielle pornografiche che annunciano i brani meno conosciuti (“Un Piccione nel Culo”, “Topazia”) mandandoa il pubblico in delirio con le cavalcate (rigorosamente senza sella) “Sexual Navigator”, “Io la Do” e la potentissima conclusiva porno-trinitàEscort 25”, “Tropicanal” e “Sognando Cracovia”.

Momento Migliore:
Per intensità e coinvolgimento di pubblico, il momento più alto della serata riguarda la parte finale della scaletta con la doppietta “Escort 25 “ e “Tropicanal”. Orgasmi multipli e sentori di squirting collettivo sono stati percepiti anche quando è stata annunciata Minerva Lowenthal (famosa drag-queen attiva al Cassero di Bologna e al Frozen di Modena) abilissima nello sfondare tutte le barriere stradali con “Sexual Navigator” e a stringere i delicati nodi sul corpo del pubblico con “Bondage”.

Pubblico:
Dopo una data all’Estragon di Bologna questo inverno, il pubblico del Locomotiv si rivela un po’ più scarno come numero di presenze ma non come intensità di calore riservata alla Star. Praticamente tutti in visibilio anche per l’accoppiata con Don Alemanno, autore del fumetto Jenus e protagonista di un divertentissimo karaoke che accarezza la blasfemia senza mai rinunciare a grasse risate. Mi sono un po’ meravigliato nel vedere una quasi totalità di pubblico eterosessuale appartenente, volendo, al genere nerd/RPG gamer e di età sostanzialmente compresa fra i 24 e i 30 anni. Non mancano le eccezioni: giovani coppie in gothic-style si mescolano perfettamente al resto del pubblico alzando ulteriormente il livello di ormoni nell’aria: insomma, un pubblico molto simile a quello che si potrebbe vedere con Elio e le Storie Tese, ma con molta più lingerie in vista.

Locura:
Nonostante il supporto fondamentale di Romina Falconi, la voce della nostra ormai Felliniana romana risulta ogni tanto troppo squillante rispetto al resto della strumentazione. Però la sua bravura e il suo psysique du rôle, unito a quel dolcissimo sguardo, ci fa perdonare quello che fondamentalmente è un capello nell’uovo.

Conclusione:
Non mi sono mai divertito così tanto nell’ascoltare un concerto di musica cantata in italiano. Cori da stadio e passi di danza spinti all’ennesima potenza. Decisamente uno dei concerti più attivi che abbia mai visto, mica passivi come tutti gli altri.