The Sonics: l’arte di urlare fuori le proprie budella

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Tacoma, Contea di Pierce, Nord Est Americano. Tacoma aroma, come viene chiamata fin dal 1930 per via dell’acre odore prodotto dalle industrie cartarie della zona. Il posto ideale per far nascere una leggenda. Andy e Larry sono i due diavoletti di casa Parypa: una famiglia come tante all’ombra del monte Rainier. Da sempre a favore delle attività extra scolastiche, la madre incoraggiò il duo verso una “sana” attività musicale, il motto era: “Imparate uno strumento e vi aprirà la mente“. Proposta che venne raccolta istantaneamente. Di “sano” fin dagli albori, ci fu sicuramente quel sacro fuoco adolescenziale capace di ardere così intensamente da incendiare, nel giro di qualche anno, dapprima la provincia Americana per poi deflagrare il resto del mondo. Larry (chitarra) e Andy (basso), insieme a Bob Bennet (Batteria), Jerry Roslie (Voce e organo) e Rob Lind (sax) erano una sporca cinquina.

Giovani e innocenti, emersero perseguendo senza sosta la propria sordida rievocazione al plutonio dei classici di Jerry Lee Lewis e Little Richards. Amavano quel suono e volevano estremizzarlo. Tanto da pensare di essere illegittimi al cospetto delle band che favorivano una spiccata capacità tecnica all’urgenza. Le radio locali lo recepirono immediatamente, tergiversando alla richiesta di un possibile passaggio. C’era da capirli, non si poteva certo mandare in onda pezzi che narravano di streghe, malattie mentali e psicopatici. In questo, il potenziale pubblico di Tacoma non era diverso da quello sparso nel resto del paese. Si riunivano in grandi sale da ballo e piste da pattinaggio e organizzavano feste conviviali per giovani e famiglie. Tutto nella norma, se non fosse che proprio in quelle occasioni anche i nostri venivano spesso chiamati ad esibirsi.

Il loro incendiario Rock’n’Roll faceva a pugni con il Folk Psichedelico dei “The Byrds“, vero punto di riferimento per la scena musicale d’inizio Sixties. Poco interessava alla nostra cinquina, che per cento dollari ed un pasto caldo, si sarebbe esibita anche in chiesa. La svolta arrivò con l’approdo alla Etiquette Records. Tutti sembravano eccitati alla sola idea di poter collaborare nella crescita di una realtà musicale così intransigente. Basti pensare all’esaudita richiesta d’eliminazione dello strato insonorizzante dalle pareti dello studio di Tacoma, in nome di una resa finale ancor più selvaggia. Persino Kearney Burton, il tecnico del suono, diede un apporto fondamentale microfonando le percussioni mediante un unico apparecchio. Trovata che gli fruttò non poca celebrità nell’ambiente.

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Fu cosi che nell’inverno del 1964 registrarono a Seattle quello che rimane il capolavoro assoluto del Sixties Garage Punk: “Here Are The Sonics“. Una dietro l’altra: The Witch, Have Love Will Travel – La cover di Richard Barry, in seguito inserita negli spot televisivi di BMW e Land Rover Ndr – Psycho e ovviamente Strychnine, carbonizzarono l’ascoltatore medio statunitense. Il lamento vocale di Gerry era così folgorante che venne etichettato come il tentativo di “Urlare fuori le proprie budella” (scream your guts out). Per tanti diventò immediatamente: “Sonics o morte”. E credo lo sia anche per molti di voi, oggi.

L’anno successivo fecero il paio con “Sonics Boom“, altro giro ed altra sfilata di classici come: “Cinderella” – Poi ripresa con successo dai Fuzztones verso la metà degli anni Ottanta Ndr -, la cover di Louie, Louie (ancora Richard Barry) e The Hustler. Famoso fin dalla copertina in bianco nero che ritrae l’intera band – Foto di Jini Dellaccio Ndr -, il secondo lavoro rimarrà anche l’ultimo in studio. Un prepensionamento deciso poco dopo il passaggio dalla Etiquette Records alla Jerden di Seattle. Giusto il tempo di rilasciare “Introducing The Sonics“: una compilation che mischia classici e cover. Insomma, la fiamma sembrava spenta definitivamente.

Ma non fu cosi. Dopo una breve e fallace reunion nel 1972 coronata dallo show al Paramount Theater di Seattle, ed in seguito dalla pubblicazione di “Sinderella” nel 1980 – l’album contiene versioni alternative di diversi classici della band Ndr -, incredibilmente nel 2007 tornano nuovamente in pista. La cornice è quella del Cavestomp, il festival Garage-Rock tenutosi a Brooklyn in Novembre. E non fu facile. Dovettero reimparare a suonare i propri strumenti, tanta era l’assenza dalle scene. Intimoriti dai monitor di scena, ben consci del salto generazionale, fecero quello che gli riesce meglio. Incendiare il palco.

Oggi accogliamo “This Is The Sonics” – Uscita prevista per il 31 Marzo Ndr -, l’album del ritorno in studio a quarant’anni di distanza. Lo facciamo con la gioia di chi riabbraccia un proprio caro tornato dalla guerra: ora che i Children Of Nuggets sono diventati un esercito pronto ad omaggiare i propri padri.

La recensione di “This Is The Sonics

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