The Prodigy – The Day Is My Enemy

Acquista: Voto: (da 1 a 5)

“All that DJ bollocks and tutorials on Youtube shit”

Liam Howlett 

 

The Day Is My Enemy è la rappresentazione velenosa di una ribellione sonora. È la rivolta dell’EDM più sporca, contaminata e corrosiva che abbraccia l’impianto lo-fi, tra breakbeat e violenze pregiate. È un revival ritmico che fa da colonna sonora a un videogioco anni Novanta dall’animo moderno. Dopo l’esperienza di Invaders Must Die (2009), i Prodigy tornano alla ribalta utilizzando un’aggressività ben dosata, conservando quel piglio estremo che emerge fra le maglie sintetiche di un suono che li contraddistingue da sempre.

Le scariche di acidità sonora, marchio di fabbrica della band, fanno immediatamente la loro comparsa nella title-track, che vede la presenza vocale di Martina Topley-Bird, proseguendo per tutta “Nasty“. “Ibiza” racchiude tutta la furia urbana di un electro-punk macchinato insieme agli Sleaford Mods, mentre l’attitudine dance più cattiva fa capolino in “Rhythm the Bomb” – in collaborazione con Joshua Steele aka Flux Pavilion. A chiudere il disco arriva “Wall Of Death“, il pezzo forse più potente e devastante dell’intero album.

La fisicità d’approccio del nuovo capitolo è sicuramente diversa rispetto a quella prodotta dal gruppo in passato: in fondo anche i tempi d’oro della rave culture – parliamo dei primi anni novanta – sono passati per molti. Forse non assisteremo più alle “sparate” voodoo di “Music for the Jilted Generation” e neppure alle bordate furiose di “The Fat of the Land”, ma questo album contiene ugualmente una carica esplosiva non da poco.

The Day Is My Enemy è un marchingegno impazzito, un giocattolo sonoro che live farà sfracelli: come già accaduto per le anticipazioni dal vivo di “Rock-Weiler” e “Destroy” – proposte con ulteriore vigore rispetto al disco. Non rimane dunque che perdersi nel vortice di questo “videogame” notturno.

“The day is my enemy, the night is my friend”