Black Eyed Dog – Kill Me Twice

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Al terzo lavoro la band di Fabio Parrinello perfeziona la forma e centra il bersaglio grosso. Quel “less is more” compositivo, mutuato dalla Seattle Grunge – esperienza vissuta in prima persona dal nostro in adolescenza, erano gli anni ’90 e lui si godeva la Emerald City – qui trova la propria dimensione all’interno di un canovaccio capace di spaziare attraverso il meglio dell’indie moderno dai nobili riferimenti. Il disco, interamente registrato in un’abitazione a pochi passi dalle spiagge siciliane, si ripropone fin dai primi accordi di narrare senza filtro quei racconti, talvolta crudi, appartenenti alla selvaggia provincia Italiana.

Del resto per una band la cui ragione sociale proviene direttamente da un brano di Nick Drake, e che si lascia liberamente ispirare da Charles Bukowski, questo dovrebbe essere del tutto normale. Il trio, composto da Fabio Parrinello (Voce, Mandolino e Basso) Anna Balestrieri (Voce, Chitarra e Piano) e Giusto Correnti alla Batteria, in questo lavoro beneficia inoltre del prezioso lavoro di Hugo Race (The Bad Seeds) in sede di produzione, ed arriva al lavoro della maturità nella migliore maniera possibile.

Kill Me Twice si fa largo attraverso tutta una corona d’influenze che la band espone in maniera personale, pescando a piene mani dall’immaginario del proprio leader: Fabio Parrinello. L’apertura Indie-Dark-Wave di “Heartbreaker” si propone subito all’avanguardia in questo senso: un pezzo che non sfigurerebbe all’interno delle produzioni di Paul Banks e soci – Interpol. Si rimane nel decennio zero anche con la seguente  “M.J.R“, grazie a quell’incedere à la The Kills che vede Anna Balestrieri nelle vesti di una Alison Mosshart nostrana. La Wave continua a rimanere sugli scudi per tutta la prima parte, avvicinando il suono della band Palermitana dapprima ai New Order di “Get Ready” con “Second Hand Mother” per poi alzare decisamente tiro con “Widow Man“: ovvero i Dead Weather teletrasportati al Rancho De La Luna.

Il finale è di quelli da applausi a scena aperta: “Blind Dive” risulta infatti un’attestato d’indissolubile e sincera passione per quella grande voce bianca che risponde al nome di Mark Lanegan. Se in Italia qualcuno crede di saper fare di meglio in questo contesto di genere, è pregato di contattarmi via mail.