The Rock’N’Roll Kamikazes – My Town

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Andy MacFarlane dovreste conoscerlo tutti. Nei Novanta con gli Spamabilly Borghetti, poi dieci anni a domare i palchi con gli Hormonauts e dal 2011 nei The Rock’N’Roll Kamikazes. Già componente del Mutoid Waste Co, il nostro ha contribuito negli anni alla causa del Rock’n’roll a suon di PornoBilly, Swing Blues – tutti sapientemente miscelati con una spruzzata generosa di Punk-Rock. Al terzo lavoro, la sua ultima incarnazione cambia sentiero. Dopo le scorribande nella cultura Swing/Soul dei ’50-’60 di “Tora Tora Tora” e le incursioni Blues in quelle paludi tossiche dominate dallo spettro di Screamin’ Jay Hawkins – Al Kind Of People – oggi la band vira attraverso un Blues Rurale che si avvicina tanto ad una meccanica à la Jon Spencer quanto ad un’avvenuta centratura del cerchio.

Andy Macfarlane, Eugenio Pritelli, Giuseppe De Gregoriis, Nicolò Fiori arrivano alla prova della maturità adottando lo scozzese come linguaggio espressivo – la lingua madre di Andy – e producendosi in favore di tematiche personali che spesso toccano argomenti quali conformismo e omertà. Il Rockabilly selvaggio degli esordi viene dunque abbandonato in favore di uno Stomp-Blues in seno alla Motown. Il Dobro qui elettrificato – strumento utilizzato agli albori della scena Blues – rimane il tratto distintivo. Mentre le ritmiche, spesso serrate, rendono bene l’idea di quanto i nostri rimangano fortemente legati a quello spirito primigenio che rese il Rock’n’Roll veicolo del proprio sdegno.

My Town, fin dal titolo evoca quella lotta protesa al salvataggio di Mutonia: il quartier generale della Mutoid Waste Company. Fondata negli eighties da Joe Rush, e capace di viaggiare da King’s Cross fino in Germania, per poi trovare la sua ultima dimora nella splendida Sant’arcangelo di Romagna. Un “haka” di ribellione declamato da un villaggio di indios, una piccola perla evolutiva del quartetto.