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9 ottobre 2015 | One Little Indian | jessemalin.com |
Dopo la decisione di non abbandonare il mondo del Rock, resa manifesta nel 2010 con “Love It To Life“, la reunion dei D-Generation ed il bellissimo New York Before The War del marzo scorso, la vena artistica di Jesse Malin è improvvisamente rinata.
L’ottavo album del suo repertorio mette sotto nuova luce tutta la carica cantautoriale dell’artista Newyorkese. Outsiders, continua sul solco tracciato dal precedente lavoro, spostando l’attenzione dalla location – New York – ai personaggi, come lui stesso annuncia nel comunicato stampa:
“Un disco costruito tra ottimismo e disgusto – un disco per chi rinuncia, per chi crede, per i truffatori e per i predatori che non ci hanno mai catturati”
Qualcosa di fortemente autobiografico ed istintivo, impressionista e lascivo. Concepito al riparo dalla tecnologia – “Abbiamo stabilito di stare lontani da telefoni ed internet durante la creazione di questo disco” – Outsiders vive di spaccati quotidiani, di emozioni forti, e soprattutto nasce lontano da qualsiasi aspettativa.
Un delizioso album di genere insomma, che porta nel cuore Joe Strummer – degna di nota la commovente cover di “Stay Free” dei Clash – e vede J. Mascis dei Dinosaur Jr alla chitarra in “Here’s The Situation”. Un lavoro capace di alternare la devozione – agli ultimi Clash – dell’omonima opener, al punk della grande mela – qualche crestato piangerà al passaggio di “Here’s The Situation“. Di mantenere sempre altissimo il livello.”Society Sally” sembra uscito da un album della Blues Explosion, e la commistione rock’n’roll di “Whitestone City Limits” ricorda da vicino le manipolazioni vintage di Nicke Royale – con gli Imperial State Electric.
Dodici brani frutto di session notturne che il cantautore ha effettuato all’interno di uno studio interamente di legno in Pennsylvania. Un gioiellino uscito il 9 ottobre per One Little Indian/Audioglobe da non perdere.