Kode9 – Nothing

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Nothing” è l’emblematico titolo del primo album solista di Kode9. L’esordio del fondatore della Hyperdub è un lavoro coraggioso, che riparte da zero, dal “Nulla”, da quel vuoto lasciato dalle premature scomparse di Spaceape – voce di Kode9 da sempre – e del geniale collaboratore Dj Rashad. Nothing” è un disco rigido, un requiem di sporcizia urbana dotato di una texture sonora esemplare che si snoda su binari austeri in fuga dai vecchi concetti di dubstep e footwork. Kode9 è sempre stato davanti al gioco, spesso sottolineando la necessità di evolversi, e dopo le produzioni di Ikonica e Fatima Al-Qadiri arriva il momento di giocare la carta dell’autobiografia strumentale.

Una scossa di bass-down introduttiva e l’album comincia a battere sulle note altalenanti di “Notel”. Tutt’intorno imperversa un gelido distacco dalla realtà, ed il nostro decide di riprendere in mano gli appunti di un proto-dubstep lasciato in bianco – “Void” e “Holo”. Ma è sui ritagli bleep di “ Third Ear Transmission” – dove compare la voce digitale di Spaceape – che il cuore comincia a sanguinare.

Il resto è un pugno allo stomaco, una sofferenza interrotta solo da “Vacuum Packed” e dal suo respiro jazz su un pianoforte marcato Nina Simone. I ricordi di “9 samurai” si susseguono sulle note convulse di “9 Drones”, mentre l’inquietante “Nothing last forever” chiude il “nulla” con un vuoto letterale, una decina di minuti di silenzio.

L’artwork riprende il logo del lussuoso hotel “The Notel” che sarà l’ambientazione visiva dell’imminente tour di Kode9. Lo show racconterà un mondo privo di uomini, utilizzando i brani di questo “Nothing” e i visual di Lawrence Lek. Tutto vivrà attraverso le vitree architetture del palazzo in questione, tra corridoi virtuali, spazi deformati, piscine gravitazionali e ologrammi mortuari.

L’assenza dell’uomo è il punto focale su cui ruota la nuova sfida che Kode9 sta affrontando attraverso la musica. L’irregolarità, le tracce che soffrono di un perenne assenteismo e una collocazione distante dai dancefloor, quanto dalla meditazione in cuffia, ne rappresentano la metrica.