Fuzz Orchestra – Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi

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Questa è l’unica speranza: l’uomo nel disordine.

(L’uomo nuovo)

Cinema e musica riescono a coabitare e lo fanno invadendo quel campo che è dell’uomo artistico-politico il modo critico per eccellenza: l’impegno. I Fuzz Orchestra dalla loro nascita sancita dal disco omonimo uscito nel 2007 parlano, infatti, le parole dell’impegno. Se prima era lo stragismo italiano ora è l’Apocalisse, che da un lato è sì una presenza storica maggiormente ingombrante, ma dall’altro è anche la presenza di sconvolgimenti umani ristretti all’individuo.

La politica heavy metal dei Fuzz Orchestra rincorre monologhi cinematografici, modalità compositiva di cui quest’anno si sono già appropriati, musicandovi all’interno un dolore sensuale, gli Hate&Merda, che di apocalissi si nutrono (il primo brano, La capitale del male, comincia con questa frase sporca: non esiste filosofia che possa contemplare il male).

Todo Modo, prima traccia di Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi, violenta la fede e il potere intromettendosi con chitarre distorte (appartenenti, qui, a una sonorità maggiormente orientale del metal) all’interno di ridondanti ora pronobis. Born into this spinge tra movimenti disturbanti verso L’uomo nuovo, che apre prospettive catastrofiche su quello che è l’invadente incremento demografico che porterà gli esseri umani a perire per una mela. La salvezza sta nell’uomo che sa trovare l’armonia al suo interno, riequilibrando, per emanazione, ciò che è il mondo esterno. A chiudere il cerchio infernale, Paolo Mongardi (già Zeus!, Ronin, Jennifer’s Gentle) picchia gong animaleschi e perentori mentre Enrico Gabrielli si circonda dell’eco del Farfisa in Una voce verrà.

I Fuzz Orchestra, nella loro ultima opera, disvelano mondi impoveriti dall’avidità umana, con un linguaggio già deceduto, quello del cinema che è stato, e si abbandonano a un lamento noise che si conclude con le parole the earth will weep. Dio ha riconosciuto i Fuzz Orchestra, Dio li salverà.