Flowers and Paraffin – Ricordati di santificare le feste

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27 marzo 2016, Pasqua. Dentro l’uovo della Waves for the Masses ci sono i Flowers and Paraffin con “Ricordati di santificare le feste“, sette brani che seguono “Caduta“, il loro primo EP uscito nel 2014. Una sorpresa molto gradita.

I toni Punk dai tratti oscuri potrebbero far ad un lavoro eccessivamente cupo, ma i Flowers and Paraffin in questo senso sono chiari fin da subito: “Non è un disco triste, ma un invito a vivere la propria età così come è giusto che vada vissuta: con la sua superficialità, le sue paure, le sue incertezze e le sue gioie”. I ventidue anni e mezzo di media della band sono un’età in cui inizi a farti delle domande, a guardare al futuro ed alle mille incertezze. Non sei un bambino, ma non sei nemmeno un uomo. I brani smuovono quei sentimenti di ansia, felicità e paura di chi, guardandosi allo specchio, vede ogni volta una persona diversa.

Musicalmente, il nuovo lavoro, possiede due facce capaci di renderlo intrigante e in qualche modo diverso: quella strumentale e quella vocale. Se dagli strumenti arriva una dolce carezza melodica, sono le parti vocali ad essere: “come un pugno nella pancia all’improvviso”. Due facce che emergono immediatamente. Ne è un esempio “Tempesta“, brano che musicalmente rimanda al neo Indie accompagnato da parti vocali di derivazione Punk-Rock – dove tra l’altro troviamo una citazione dal film “Il settimo sigillo” del 1957, diretto da Ingmar Bergman.

In “Conta” la voce segue la via del Clementi – Dei Massimo Volume. Un passaggio, quest’ultimo nel quale a domanda portante sembra essere: “Quanto vale quello che sono, se non lo so che cosa sono?” Inquietudini che possono essere espresse solamente prendendole di petto, gridate. Introspezione che si fa consapevolezza con “Arca” – “Tanto alla fine neanche niente cambia, che le rivoluzioni non si possono fare stando stesi alla stazione o quando fuori piove” –, attraverso lo sguardo sincero verso un rapporto a due tormentato.

Poi arrivano quelle due poesie che rispondo al nome di “Cosmo (Andrea)” e “Autoritratto“. Nient’altro che il frutto del senso di colpa derivante da un rapporto tormentato, che riprende il tema della sopracitata “Arca“. La sensazione di aver sbagliato qualcosa, l’incolparsi e l’illudersi, sperando che le cose in futuro tornino come non sono mai state.

L’album si chiude come era iniziato: leggero, melodico. Continuando a sottolineare l’importanza della condivisione, specie se si tratta di avvenimenti dolorosi. Del come in ognuno di noi risiede una particolare vena artistica arte: “ma forse un giorno imparerò a sapermi adattare, a ritrovarmi con i crampi al cuore costretto a ritrattare. Maledetta gioventù”.

Venti minuti densi, carichi di emozioni che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita. “Ricordati di santificare le feste” è un album che fa riflettere e mostra maturità sia nelle tematiche sia musicalmente; elemento non semplice da trovare in sei ragazzi di ventidue anni e mezzo.

About Massimiliano Barulli

Studente di Etnomusicologia @ La Sapienza, Roma. Mi interesso di tutto ciò che ruota intorno alla Musica e di tutto ciò che è Musica. Pop, Rock, Blues, Indie, World Music e contaminazioni.