- Per iniziare: chi sono e come nascono i Pecksniff?
- Stefano: Eravamo una band che pestava forte ed eravamo in tre, giovani, incoscienti e promettenti, poi nel 2002 è arrivata Patrizia e due loschi figuri a suonare i giocattoli, che hanno portato armonia e spensieratezza nella nostra musica. Poi abbiamo registrato “Elementary Watson” e si sono accorti di noi. A volte mi capita di rimpiangere i vecchi tempi.
Fabrizio: mamma mia. - E ora una piccola presentazione di “Elementary Watson”
- St: 10 canzoni stonate e sgangherate, spero sincere.
- Scrivendo e registrando “Elementary Watson” avete avuto delle influenze particolari, chessò di dischi, libri, film….
- St: Le influenze sono tantissime, soprattutto a livello inconscio, in quanto non ci siamo messi a tavolino a decidere che genere dovevamo fare e a quali determinate band fare riferimento. Infatti alla fine crediamo di avere fatto un disco molto originale, o meglio, noi stessi non siamo in grado di riconoscere da dove abbiamo copiato. Ci serve qualcuno che ce lo faccia notare.
Simone: io mi ricordo l’influenza principale delle registrazioni del nuovo disco: il mal di denti. Avevo una faccia tremenda. - Cosa ci dobbiamo aspettare da un nuovo disco dei Pecksniff? e sopratutto: quando?
- St: 10 canzoni un po’ meno stonate, un po’ meno sgangherate, un po’ meno sincere. Venderà parecchio! Il titolo è “The Book of Stanley Creep” uscirà nei negozi intorno al 20 settembre per Black Candy Records (www.blackcandy.it), con distribuzione Audioglobe. Il disco è stato registrato e mixato allo studio “La fabbrica di plastica” di Praticello da Claudio Chiari e da Maurice Andiloro e Enrico Decolle che sarebbero poi i Breakfast, gruppo che incide per Mescal. Per la sua realizzazione hanno partecipato molti musicisti fra cui Luca G. dei Julie’s Haircut che presta la sua voce in un pezzo.
Si: con questo cd puntiamo direttamente a Top oh the pops. Io ho già preparato lo champagne. - Come si struttura un vostro live? Usate degli strumenti particolari?
- St: A differenza di quando pensiamo a fare un disco, in cui cerchiamo di mantenere un certo “mood” per tutta la sua durata, in concerto, invece, siamo particolarmente fracassoni; luci, balletti, giocattoli, e proponiamo pezzi che spaziano nei generi: dal pop al punk, alla dance, al country e perfino al walzer.
Si: Usiamo un sacco di strumenti giocattoli che io e Fabrizio tiriamo fuori da un grosso scatolone di vimini. Siamo dei polistrumentisti! - Ci sono dei personaggi che trovate particolarmente interessanti e con cui vi piacerebbe collaborare?
- St: Visto che Luca g. dei Julie’s ha già collaborato, speriamo che nel prossimo collabori Laura (sempre dei Julie’s Haircut ndCate)
- E per finire la domanda di rito: quali sono i vostri ascolti di questo periodo?
- St: Da circa 4 mesi Damien Rice “o” in continuazione.
F: Skinny Legs. Presto saprai chi è…
Filippo: Bright Eyes (sempre), New Year (attualmente).
Si: Abbiamo dei gusti abbastanza omogenei. Diciamo che gruppi tipo Pavement, Belle & Sebastian, Bright Eyes mettono d’accordo tutti. Io vorrei però citare tutti quei gruppi italiani che ascolto ultimamente, che sono veramente tanti e meriterebbero un palcoscenico maggiore (tipo un Musica nelle Valli ma ancora più grande!). A parte i più esposti (tipo Julie’s Haircut, Yuppie Flu, GdM, ecc.) ti vorrei citare Ex Otago, Black Candy, Three in One Gentleman Suit, Milaus, Bob Corn, Discodrive, Altro, Sprinzi, Marla, Fine before you came, Morose, Lo-fi sucks!, Reflue, En Roco, Kech, G.I. Joe, The fog in the shell e tanti che sicuro mi scordo. Molti di questi li ho conosciuto girando coi Pecksniff, altri no, te li consiglio senza remore.