Sonny Landreth – The Road we’re on

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Per diversi anni si è discusso su chi tra Ry Cooder e Johnny Winter fosse il vero “Re della slide guitar”, bene ora in questo ipotetico match potete tranquillamente metterci anche Sonny Landreth anche se valorizzarlo solo adesso dopo oltre 30 anni di carriera pare un insulto. Sonny inizia a suonare giovanissimo nei primi ’70 quando il “king of zydeco” Clifton Chenier lo vuole nella sua band, unico bianco in una formazione di neri che suonavano musica da neri. Da allora Sonny ha prestato la sua magica slide per gli artisti più disparati da John Hiat ( con il quale ha lavorato molto e prodotto dischi ottimi compreso l’ultimo appena uscito) passando per John Mayall, Mark Knopfler, Elliot Murphy, Kenny Loggins, Junior Wells, Jimmy Buffet, Clarence Gatemouth Brown, Marcia Ball e moltissimi altri. Tutte queste collaborazioni lo hanno reso uno dei session man più ricercati in un certo ambito musicale ma gli hanno fatto trascurare la sua carriera solista. Per capire a fondo l’abilità di questo straordinario musicista riporto una affermazione di Jerry Douglas vero maestro del dobro:”Se c’è qualcuno in grado di far suonare una chitarra con le medesime vibrazioni, intensità e struggimento che può produrre una voce umana questo è Sonny Landreth”. Dopo un paio di album modesti a suo nome nel 1995 pubblica il favoloso “South of I-10” bissato 5 anni più tardi dal bellissimo “Levee Town” per giungere ora alla consacrazione con questo “The Road We’re On”. Accasatosi in una indie importante come la Sugar Hill ,che in lui ha piena fiducia ,il nostro negli ultimi anni ha potuto finalmente dedicarsi anima e corpo alla sua musica e i risultati non si sono fatti attendere. Il sound di Sonny è un mix tra blues, zydeco-cajun e southern insomma i generi musicali della sua terra di origine, i suoni con i quali è cresciuto e si è formato. Nella sua musica si trovano echi di Duane Allman, del maestro Clifton Chenier ma anche Robert Johnson, Muddy Waters Django Reinhardt; Una miscela di influenze diverse che vanno a creare un sound unico e molto convincente. Nelle 12 tracks che compongono questo suo ultimo studio album troviamo tutto questo ma anche di più con alcune gemme davvero indimenticabili come la conclusiva “Juke Box Mama” un blues acustico di grande impatto e atmosfera che mette in mostra la grande tecnica di Sonny, splendida anche “O’ Lady Luck” una song di stampo southern dotata di una melodia unica. In “Gemini Blues” Landreth fa capire a tutti che il titolo di nuovo re della slide non è affatto campato per aria sfoderando un assolo da brividi. In “True Blue” ( brano ispirato da “It Hurts Mee To” del grande Elmore James) il suo amore per il blues emerge a pieno a dimostrare la grande versatilità di Sonny, “Gone Pecan” brano in cui gli echi del bayou sono fortissimi con la classica variazione di tonalità tra Do e Sol tipica del cajun, un vero inno alla sua terra. Concludiamo con title track fenomela brano dalla forte impronta zydeco. In sostanza 12 canzoni di assoluto valore per un’artista indifferente alle mode e alle esigenze del music businnes, uno che suona solo la musica che ama e che sente davvero sua e questo amore per le proprie radici impregna tutto il lavoro portandoci a spasso tra le terre del sud per circa 1 ora di musica in un viaggio suggestivo e coinvolgente guidati dalla magica chitarra di Sonny Landreth.