Zeromancer – Zzyzx

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In questa fine 2003 son tornati per il piacere dei propri fan anche gli Zeromancer, direttamente dalle lande norvegesi. Questo gruppo altro non è che la nuova incarnazione dei Seigmen, interessante act gothic-electro-industrial assai famoso in patria e nei paesi di area germanica ma poco noto almeno qui in Italia, nonostante l’importante ruolo avuto nella scena dark, un’avventura conclusasi col XX secolo e ricominciata nel 2000 con un nuovo monicker e un cambiamento di rotta verso lidi più accessibili che ha dato vita a due album, l’acclamatissimo debut “Clone your lover”, registrato a Los Angeles e perfetta via d’incontro fra il loro vecchio sound e l’industrial americano stile N.I.N. in versione più catchy, e il più “duro” ma nel complesso mediocre “Eurotrash” nel 2002.
E ora, a fine 2003, questo impronunciabile “Zzyzx”, diametralmente opposto rispetto all’immediato successore: la band ha dato via a un prodotto molto improntato sulla melodia e parecchio “easy”, con synths gradevolissimi che hanno il sopravvento sulle chitarre distorte, relegate in secondo piano se non in sporadici episodi.
Un album ruffiano? Oserei dire di sì.
Brutto quindi? Questo no. Dopo un primo ascolto così così l’album riesce a farsi apprezzare proprio per la sua semplicità e immediatezza, ci sono diverse belle canzoni e una discreta varietà sebbene non si raggiunga certo il “quorum” per definirlo un capolavoro.
Pezzi come “Teenage recoil” o “Feed you with a kiss” sono un ottimo esempio di come questa band sia in grado di proporre coinvolgenti melodie dark con qualche vago ammiccamento alla darkwave anni ’80, fondamentale per l’esperienza dei Seigmen. Altrettanto riuscite sono “Hollywood” e “Mosquito coil” e “Lamp halo”, tre piacevolissime song nu-metal che rivelano tutto l’interesse degli Zeromancer per il sound più in voga negli USA, sia dal punto di vista compositivo che da quello commerciale, dei pezzi fatti apposta per piacere ma non per questo banali o da scartare a priori.
I momenti migliori dell’album sono sicuramente i pezzi più melodici e quelli più pesanti: per i primi abbiamo un’ottima “Erotic saints”, romantica ballata indie che sembra trarre ispirazione dai conterranei Motorpsycho, quelli delle produzioni più recenti, o il riuscito mix di dolcezza e rabbia che la splendida “Famous last words” riesce a regalarci, una canzone che alla radio potrebbe avere un grande successo e comunque diventerà uno dei classici della band negli anni a venire.
Gli amanti dei pezzi più duri non temano, ci sono gli ultimi tre pezzi in cui gli Zeromancer picchiano duro per far saltare saltare i propri fan, il trittico composto da “Idiot music”, “Stop the noise” e dalla finale “Blood music” ci ripropone l’industrial più riuscito dei precedenti album con risultati davvero eccellenti sia per i pezzi in sé che per la varietà complessiva di “Zzyzx”.
Insomma, il ritorno degli Zeromancer a distanza di un anno può dirsi perfettamente riuscito, grazie a un album nettamente superiore al precedente, nonostante una minor pesantezza che potrebbe lasciare l’amaro in bocca alcuni questa impronunciabile nuova uscita ci propone una band più matura e padrona dei propri mezzi, capace di proporci un album in cui la melodia è il filo conduttore, ma non per questo a scapito della varietà delle canzoni contenute.
Un album che gli appassionati di rock alternativo e del miglior nu-metal dovranno tener d’occhio.