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Il sud degli Stati Uniti è sempre stato la patria del rock più “sporco” e “cattivo”; di quella musica basata su riff taglienti e corrosivi e su testi sempre molto espliciti. La vera esplosione del rock sudista è arrivata nei primissimi anni 70: dopo la sbornia psichedelica la voglia di tornare a suoni più semplici ed essenziali si è fatta forte. Gli Allman Brothers Band hanno aperto la strada e dal loro insegnamento sono nate decine e decine di ottime band. Tra queste la migliore e certamente la più importante sono stati i Lynyrd Skynyrd. Originaria della Florida la band capitanata dal grande Ronnie Van Zandt è stata la faccia più “cattiva” del southern rock. Il loro disco d’esordio si intitola “Pronounced Leh-Nerd Skin-Nerd”, titolo dettato dal fatto che il loro nome (preso dal loro insegnante di ginnastica al liceo che aveva una certa antipatia per i capelloni) veniva sempre storpiato. Il disco, prodotto da Al Kooper, è un concentrato di suoni rock. boogie e blues, musica irriverente che si snoda tra vere odi sudiste al whisky e alle risse e poetiche ballate evocative. La band si distingue per un suono di rara potenza dato dalle 3 chitarre (ma in questo primo album sono ancora 2) e dalla devastante sezione ritmica formata dal basso e da due batteristi. L’iniziale “I Ain’t the One” è un irresistibile boogie rock di chiaro stampo sudista caratterizzato dall’inconfondibile riff di chitarra e dal piano honky tonk che sono il marchio di fabbrica della band. La successiva “Tuesday’s Gone” è la prima grande ballata del disco: 7 minuti di pura poesia rock. “Gimme Three Steps” è un rock blues incendiario, grande ritmo, chitarre urlanti e una melodia di forte presa formano una rock song tutta da ballare. La formula del disco è semplice: ad una canzone potente e ritmata segue una ballad di grande impatto emotivo come “Simple Man”: Straordinaria la prova vocale di Ronnie capace con la sua voce di toccare direttamente le corde dell’anima; grandioso anche il lavoro delle chitarre che si lanciano in assoli di straordinario impatto. Con “Things Goin’ On” ritornano i grandi inni sudisti: riff polverosi e infuocati sostenuti dal solito straordinario lavoro al piano di Billy Powell.: “Mississippi Kid”, aperta dal mandolino e dalla voce impastata di Ronnie, mette in mostra tutto l’amore dei Lynyrd Skynyrd per il blues sottolineato dalla bellissima armonica di Dave Katz. Il disco si chiude con due grandissimi classici della band: “Poison Whiskey” è il loro grido di battaglia, la summa del lato più cattivo dei Lynyrd Skynyrd. Le chitarre sparano riff alcolici mentre il piano e la seziona ritmica scavano la strada polverosa del southern rock più hard. Si chiude con la monumentale “Free Bird” la canzone simbolo della band. Paragonata da molti a Starway To Heaven questa strepitosa ballata, introdotta dall’organo e dalla chitarra acustica, è una delle cose più belle che il rock abbia mai partorito; una di quelle canzoni dotate di una epicità tale che è impossibile rimanere indifferenti al suo ascolto.
Il disco d’esordio dei Lynyrd rimane un capolavoro assoluto, uno di quegli album che non dovrebbero mancare nella collezione di un vero appassionato. Ascoltando queste 8 straordinarie canzoni rimane il grande rimpianto di pensare dove sarebbe potuta arrivare questa grandissima band se quel maledetto incidente aereo non l’avesse privata del suo inimitabile leader.