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Dopo un debutto che sarebbe divenuto una pietra miliare del doom più classico in stile eighties, quel “Forest of Equilibrium” del 1991 che é praticamente l’epitaffio di quel genere, i Cathedral dell’ex singer dei Napalm Death Lee Dorrian tornano a distanza di due anni con un album che fa credere di trovarsi di fronte a una band totalmente diversa.
Dal doom puro allo stoner doom, non più su ispirazione di Candlemass, Saint Vitus e Trouble ma direttamente da chi del doom negli anni ’70 gettò le basi, i mostri sacri Black Sabbath e Pentagram.
Quello che colpisce in questo “The Ethereal Mirror”, oltre all’ottimo artwork di Dave Patchett – i cui diegni illustreranno tutti gli album dei Cathedral con la sola eccezione di “Endtyme” – è sicuramente l’uso più accessibile della “pesantezza” chitarristica e un notevole aumento di velocità, non ci sono più i lenti, onirici rituali della foresta magica ma semplicemente voglia di fare del sanissimo rock coinvolgente. Dopo l’intro strumentale “Violet Vortex” che lascia supporre un ideale continuazione del primo album, la prima vera traccia “Ride” ci fa sentire chiaramente che qualcosa è cambiato: non più growl rituale ma un cantato naturalmente ruvido che caratterizzerà ogni album dei Cathedral e dei micidiali riff stoner ad opera di Gary Jennings che molto devono a quel mostro sacro che è Tony Iommi, che non a caso farà da guest nel successivo “The Carnival Bizarre”.
Pur con questa maggiore accessibilità il sound del gruppo continua a farsi apprezzare per l’invidiabile rocciosità , come possiamo sentire nella settantiana “Enter the Worms” o nella dinamica ed esplosiva “Midnight Mountain”. Riuscitissima la ballata stoner “Fountain of Existance”, un gradevole mix di sonorità settantiane – riferimento sempre fondamentale per questo act – e metal di fine anni ’80 inizio anni ’90, a proposito delle quali dobbiamo ricordare che il gruppo era sotto contratto con la Earache – la più importante label di musica estrema all’epoca – e i suoi membri avevano tutti trascorsi in act metal o addirittura grindcore.
Ad ogni modo, pzzi come “Grim Luxuria”, “Jaded Entity” o “Phantasmagoria” (unico pezzo puramente old style doom qui presente) ci mostrano come la band abbia saputo evolversi senza stravolgere quanto fatto con l’ottimo – ma altrettanto ostico – debut, mantenendo un alone sinistro e bizzarro che tante ottime opere caratterizzerà da quest’album in poi, con menzione speciale per il già citato “The Carnival Bizarre”, “Caravan beyond Redemption” e l’ultimo, eccellente “The VIIth coming”.
Sicuramente un album che ha avuto un’importanza fondamentale nella storia della band, questo “The Ethereal Mirror” non potrà certo mancare ai supporter dei Cathedral – in effetti c’è stato un periodo in cui questo CD non si trovava da nessuna parte, ma ora la Earache sembra aver provveduto – così come agli amanti dello stoner, ammesso che apprezzino la voce di Lee Dorrian, secondo noi validissima e ben calata nel ruolo, ma in effetti assai particolare e potenzialmente indigesta per alcuni.