Ataraxia – Des Paroles Blanches

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Mini album interessante questo “Des Paroles Blanches” dei nostri Ataraxia. Non si tratta di un’anticipazione dell’imminente “Saphir” uscita lo scorso anno, ma di un mini concept vero e proprio ispirato dal suggestivo bianco paesaggio delle scogliere della Normandia, terra di poeti e cavalieri non a caso amata dalla band italiana.
Alcuni di voi si chiederanno giustamente «chi sono gli Ataraxia?» e bé, darvi una risposta è difficile. Potrei dire che sono dei menestrelli che hanno attraversato i secoli sperimentando le musiche celtiche, barocche, medioevali, neoclassiche, e alle letterature greca, latina, romanza, tedesca… è impossibile elencarle tutte e capirete quindi la difficoltà nel definire il “fenomeno Ataraxia”. Ascoltare un loro album se non significa almeno entrare in una dimensione fantastica, un viaggio indietro nel tempo in epoche mitiche ma soprattutto fare un’incredibile esperienza estetica, perché Francesca, Vittorio e Giovanni cercano la bellezza assoluta nell’arte secondo le loro stesse parole.
Un atteggiamento di totale dedizione nei confronti dell’arte, che permette loro di cogliere il bello ovunque e di trarre quindi ispirazione per i loro piccoli capolavori, in cui immergendoci possiamo rivivere . Ascoltando “Des Paroles Blanches” mi rammarico solo del fatto che si siano limitati a un EP, ma i 22 minuti di queste tre canzoni soddisfano pienamente gli appassionati di questo genere di musica.
L’opener “Etretat” è un suggestivo e malinconico sguardo al mare, mentre la romantica “Veules le Roses” vuole forse essere un assaggio di quello che sarà “Saphir” (un album ispirato dai grandi giardini realizzati nel corso della storia) e l’incantevole semi-strumentale in due parti “Hovering” – ispirata a una poesia di Saffo – col suono delle onde ci catapulta in quel meraviglioso paesaggio, tre pezzi meravigliosi con cui che gli Ataraxia sono riusciti ancora una volta a farci vivere un’esperienza da sogno, che finisce davvero troppo presto.
Ora non ci resta altro che attendere “Saphir”, e vedere come i menestrelli da Modena sapranno ancora deliziarci.