Non c’è che dire: Roma ama i Linea 77. Quello del 24 aprile è stato infatti il terzo concerto, in poco più di sei mesi, che la band torinese ha tenuto nella capitale per il loro “Numb tour 2003 and beyond” e nonostante questo é riuscita facilmente a riempire il Black Out come un uovo, complice anche il prezzo del biglietto davvero contenuto (5 euro!). La serata viene aperta dal breve set di un giovane gruppo emocore romano, gli Here To Stay che scaldano la folla del locale capitolino per l’attrazione principale. Non appena i Linea 77 fanno il loro ingresso sul palcoscenico, il pubblico impazzisce. Si parte alla grande con “Potato Music Machine”, pezzo d’apertura del loro secondo album intitolato “Ketchup Suicide” e datato 2001, una vera e propria mazzata che scatena un vortice di pogo forsennato che si protrarrà ininterrotto per tutto lo spettacolo. Altri due brani ed i Linea regalano subito una delle perle del loro repertorio, “Moka”, e mettono in chiaro che anche questa sera sono in forma smagliante. I cinque ragazzi di Torino sono incredibilmente affiatati, non sbagliano un colpo e quando sono sul palco non si risparmiano mettendo in gioco tutte le loro energie. La cosa non stupisce: suonano insieme dal 1993, hanno al loro attivo più di 500 concerti e possono vantare partecipazioni a festival prestigiosi come quello di Reading, senza dimenticare l’MTV Day dello scorso anno dove si esibirono di fronte ad oltre 40.000 persone. Lo show prosegue sulla scia di una scaletta ben strutturata che propone pezzi di grande impatto come “Insane Lovers”, “Venus”, “Ketchup Suicide” e “Warhol” in esecuzioni davvero infuocate. Il sound del gruppo è pieno, aggressivo e compatto. Le parti migliori del concerto non si fanno attendere ed un’ovazione accoglie prima “66 (diabolus in musica)” – canzone scritta e registrata in compagnia degli amici Subsonica, mai proposta dal vivo a Roma nel corso delle due precedenti date – e poi “Third Moon”, il secondo singolo estratto dall’ultimo album del gruppo. A questo punto la tensione è alle stelle e non può che arrivare il piatto forte: “Fantasma” è semplicemente devastante, una grande canzone che tutti i presenti intonano a squarciagola. Il gruppo ringrazia, fa per andare via ma c’è ancora tempo per un pezzo. Si tratta di “Touch”, traccia che apriva il loro album d’esordio e che questa sera chiude un’ora e venti di rock vero suonato con cuore e passione da ragazzi che credono pienamente in quello che fanno e che hanno lottato con le unghie e con i denti per ottenere delle belle soddisfazioni come quella di questa sera.