Zucchero – ZU & CO.

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Solitamente quando devo esprimere un parere su un disco mi concentro solamente sulla musica senza dare troppo peso a chi ne è l’autore; se un disco è bello rimane tale anche se il suo autore è la persona più odiosa del mondo. Del resto Bob Dylan e Van Morrison (due dei miei eroi musicali) non sono certamente dei simpaticoni. Tutto questo per dire che il fatto che Zucchero sia una persona con un carattere a dir poco difficile per il sottoscritto conta davvero poco. Sempre in tema di “metodo” penso che quando il recensore deve analizzare un disco “nuovo” debba approcciarsi in maniera differente a quando esamina una raccolta o un disco dal vivo. Nel caso di “Zu e Co” bisogna usare un po’ tutti i metodi perché questo non è un album nuovo, in quanto le canzoni sono tutte edite da tempo a parte 2 inediti, ma non è nemmeno un greatest hits visto che le stesse vengono qui proposte sotto forma di duetti e con un nuovo arrangiamento strumentale. A dire il vero la cosa potrebbe anche importare poco perché qualunque cosa sia questo album personalmente lo trovo irritante, offensivo al limite della presa in giro. Il motivo? Presto detto. Il buon Adelmo non si è limitato a mettere assieme i numerosi duetti che ha fatto in questi anni con molti grandi nomi della scena musicale, ma ha avuto la bella pensata di stravolgere la quasi totalità delle canzoni aggiungendoci una orribile batteria elettronica. E dire che leggendo i nomi degli ospiti ci sarebbe da leccarsi le dita: BB King, Eric Clapton, Miles Davis, John Lee Hooker, Sting, Solomon Burke, Pavarotti, Bocelli, Brian May, Dolores O’Riordan e molti altri. Alcuni di questi duetti erano già noti altri no. Le canzoni , nella loro forma originale, sono tra le migliori del repertorio di Zucchero ma la sua geniale trovata le ha rovinate quasi tutte. Prendiamo ad esempio “Diavolo in Me” che vede come ospite il grandissimo Solomon Burke: “The King of rock & soul” offre, come sempre, una prova vocale da brividi ma il brano con quella odiosa batteria elettronica è stato trasformato in una specie di remix da discoteca, una cosa davvero orribile. Questo è il caso più lampante e davvero la song peggio riuscita. Altre non sono così male. Ad esempio il duetto con BB King: il Re tira fuori il suo vocione e fa vibrare Lucille come lui sa fare ma la presenza di Zucchero rovina tutto, meglio se il nostro si limitava ad ascoltare , e magari ad imparare. “I Lay Down” vede come ospite il compianto John Lee Hooker e onestamente mi chiedo da dove arrivi questa registrazione e come uno come John Lee abbia potuto partecipare ad una cosa simile. Hooker presta solo la voce, sempre cupa ed evocativa, ma il brano è davvero mal fatto: solita batteria elettronica, un piano, qualche effetto per creare una atmosfera quasi noise. Da evitare accuratamente. Qualche nota positiva adesso: “Dune Mosse” con Miles Davis. La solita terribile batteria non riesce a offuscare la magia della tromba dell’inimitabile Miles la quale da sola arriva direttamente al cuore. Onestamente credo che uno come Davis era in grado di trasformare in capolavoro anche “quel mazzolin di fiori” ma ciò non toglie che il brano è certamente il migliore del lotto. “Muoio Per Te” con Sting la conosciamo, era ridicola quando è uscita col solo ex Police che cantava in italiano e resta ancora ridicola ora che a lui si aggiunge Zucchero. Tra le cose più orribili ci metto anche “Pippo” versione al 100% dance con i bassi che pompano, un accenno di skratch e Tom Jones che ricalca il copione che in questi anni gli ha dato un enorme successo. Da cestinare a dir poco; ma sentite Tom che dice “che casso fai” sembra di essere in un film di Pierino!! Tra le song di Zucchero che più preferisco c’è senza dubbio “Il Mare impetuoso al tramonto….”. Lo trovo un pezzo pieno di energia e ho molti bei ricordi legati ad esso. Purtroppo il signor Fornaciari mi ha rovinato anche questa. Ha chiamato Brian May alla chitarra e ci ha aggiunto i soliti bassi elettronici. Partiamo da May: da quando il buon Freddy se ne è andato Brian è diventato come il prezzemolo, lo troviamo ovunque, basta che ci siano delle telecamere lui è presente. Personalmente trovo che sia una cosa poco edificante ma sono giudizi appunto personali. Sta di fatto che in questo brano il nostro spara un solo che con la canzone in sè c’entra davvero poco o nulla, il resto del delitto lo fa il remixaggio. Lascio a voi immaginare il risultato. Stranamente una delle cose migliori viene da uno dei nomi che non ti aspetti: “Like The Sun” con Macy Gray ( e Jeff Beck anche se fa solo un mini assolo che nulla aggiunge e nulla toglie al brano) è ben riuscita, se riuscite a passar sopra alla solita batteria ovviamente, c’è un bel violino in sottofondo e Macy canta davvero bene. Per dare a Cesare quel che è di Cesare diciamo che anche la prova canora del nostro Zucchero è davvero buona. Io preferisco la versione originale ma questa è una delle meno peggio del disco. La bella Dolores presta la sua voce per “Pure Love” e anche in questo caso il risultato non è del tutto disprezzabile, nulla di memorabile ma comunque non male nel complesso forse perché è molto più una canzone dei Cranberries che di Zucchero. “Il grande Babumba” ormai la conoscete tutti, a me provoca conati di vomito e qui mi fermo. Evito anche di raccontarvi il resto del disco perché bene o male la solfa non cambia, le canzoni sono tutte rovinate da scelte che definire opinabili è poco. Gente come Ronan Keating, i Manà, Paul Young e via dicendo per me non hanno nulla da dire nemmeno se li si mette a fianco di Jimi Hendrix, figuriamoci con Zucchero. Questo album a mio avviso è solo una squallida operazione commerciale per raschiare il fondo del barile e lanciare il solito singolo scala classifiche. Peccato perché Zucchero in passato ha fatto anche cose belle. Ora è diventato l’icona del consumismo musicale da festival bar, la cosa che personalmente odio di più in ambito musicale.