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La nuova sensation del rock duro del Regno Unito è una band gallese dal nome bislacco e un po’ tetro che propone con grande maturità ed abilità, nonostante l’età media dei componenti del gruppo superi di poco la ventina, un mix di hardcore, pop-punk, emo-core e rock melodico davvero efficace. Stiamo parlando dei Funeral For A Friend che hanno letteralmente spopolato in patria con la pubblicazione nell’ottobre 2003, dopo una piccola anticipazione costituita dall’ottimo ep “Four Ways To Scream Your Name”, del primo full lenght intitolato “Casually Dressed And Deep In Conversation”: un album di debutto che fa ben sperare per il futuro, pieno di buone idee e soprattutto di buone canzoni. Si parte in quarta con “Rookie Of The Year”, prima piccola gemma di questo disco: introduzione dark-punk-melodica che sfocia in un torrente di chitarre pesanti e arrabbiate dove la voce di Matt Davies, ora dolce e angelica ora violenta e pesante, si muove con agilità e personalità. Non si ha neanche il tempo di respirare che arrivano come un treno in corsa prima “Bullet Theory”, che sembra presa di peso dalla parte migliore del repertorio degli AFI, e poi la splendida “Juneau”, scelta come primo singolo: gran tiro, ottima melodia vocale, buon arrangiamento con cambi di passo e atmosfera; pezzi come questo non si scrivono per caso. E le successive “Bend Your Arms To Look Like Wings” (altra piccola perla), “Escape Artits Never Die” e “Storytelling” lo confermano con alcuni intelligenti intrecci tra le linee delle due chitarre e passaggi repentini dal post-hardcore a situazioni più tranquille. L’album si sviluppa essenzialmente seguendo queste coordinate fino all’inaspettato arrivo di “Your Revolution Is A Joke”, la canzone che non ti aspetti da un gruppo come i FFAF: 2 minuti e 46 secondi interamente dedicati alla voce di Davies, che dimostra ancora la sua versatilità essendo capace di passare come se niente fosse dallo screaming più cattivo alla più dolce delle melodie, accompagnata solamente da chitarre acustiche ed archi.
Insomma questo “Casually Dressed And Deep In Conversation”, davvero ben prodotto da Colin Richardson (già con Fear Factory, Napalm Death e Machine Head tra gli altri), è un buon disco di debutto che riesce a catturare l’ascoltatore per tutta la sua durata di 50 minuti e che vale la pena ascoltare anche per chi non ama alla follia questo genere di musica.