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Gli hope of the states sono un interessantissimo gruppo inglese balzato agli onori di cronaca per tristi vicende interne (il chitarrista si è suicidato alla vigilia del contratto) più che per i loro meriti musicali.
Il loro sound è alquanto particolare pur rimanendo ad un primo ascolto ovvio. Gli Hope of the states utilizzano infatti i classici strumenti, chitarre (neanche molto cariche di effetti, giusto qualche delay ogni tanto) bassi, una batteria giusta (nè eccessiva nè anonima) e ogni tanto qualche violino. Con questi mezzi e nulla più i cinque si dilettano in una serie di song che possono ricordare i Mogwai (l’iniziale The Black Amnesiac) o i nostrani giardini di mirò (Goodhorsehymn) per quel particolare gusto e abilità nelle strumentali, ma senza ricorrere a synth.
A differenza di questi ultimi però non cadono nel banale ostacolo di creare un’atmosfera sempre più esasperata per poi esplodere in distorsioni e caos. Gli hopes of the states giocano con le attese, e con i crescendo, dilatandoli così tanto che non c’è mai quell’esplosione di pathos che ci si aspetta. Mentre nei gruppi sopra citati gli strumentali tendono come a saturarsi così tanto finchè esplodono negli Hopes la musica riempie, colma e quando si arriva al limite tende dolcemente a gocciolare attorno spandendosi. concetto un po’ contorto, lo so, ma il finale di George washington vi farà capire che intendo.
La loro musica, inoltre, tande ad evocare atmosfere simili a qauelle dei sigur ros, tuttavia qua non si ha la sensazione di musica che nasce da sola prendendo forma. l’ascoltatore ha sempre quella piacevole conoscenza di gruppo che suona, di gente che si impegna sugli strumenti, di fusione perfetta tra i membri.
Il risultato di questa alchimia musicale, unita a una voce sentita ma non sofferta, emotiva ma non esasperata (Sadness on My back) porta gli Hopes of The States ad essere un perfetto contatto tra un gruppo indie (Nehemian) , di quelli ben saldi alle convenzioni pop, alle strutture classiche da canzoni e alla necessità di racchiudere il tutto in 4 minuti, e un gruppo alternative dalle cadenze psichedeliche-shoegazer, rimanendo però sempre intimista, cantando rassegnatamente e con malinconia scenari vagamente onirici come la copertina preannuncia.