16 Horsepower – Sackcloth 'n' Ashes

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La cosa che più colpisce l’ascoltatore è quella di trovarsi di fronte ad un cantato apocalittico sorretto da una musica che pesca a piene mani dai Joy Division come dai Violent Femmes (il cui violinista, Gordon Gano, partecipa all’album); è un suono che arriva dritto dalle viscere dell’inferno le cui coordinate sono rintracciabili nell’America rurale, precisamente nel Colorado – luogo d’origine del terzetto – tra ritmate digressioni country (“Black Sour Choir”) e saloni western pieni di polvere (“Black Bush”).
Un inferno che si nutre allo stesso tempo di più tradizioni e movimenti: la disillusione sarcastica del punk – che è l’attitudine distintiva di quest’album – viene accostata al misticismo del country americano e talvolta fusa in una improbabile e grottesca danza macabra dal sapore folk balcanico (grazie soprattutto alla presenza di Jean-Yves Tola, batterista jazz d’origine francese), dove le immagini evocate dalla voce di Edwards si trovano a ballare tra la polvere ed un pesante odore di ineluttabilità (“but i hid and did a bit more lookin’, saw ya dancin’ on the pine porch creakin’, mouth open an doors down wide, here’s what was inside i seen what i saw an these things i do are wrong, that’s all; an these tales i tales i tell are tall”).
Si passa così dalle sfuriate epiche punk-country di “I Seen What I Saw”, “Horse Head” e “Prison Shoe Romp” alla declamazione oscura su chitarra slide di “Strong Man”, dalle fisarmoniche e la preghiera di un’anima persa in “Ruthie Lingle” al violino balcanico (ad opera di Gano) di “American Wheeze”, dai momenti di puro e bellissimo folk malinconico di “Harm’s Way” (come non innamorarsi di quel basso profondo intrecciato alla fisarmonica) alla filastrocca dalle sonorità greche di “Neck On The New Blade” – pezzi che poi daranno corpo al futuro sound degli album successivi – alla spensieratezza tra cavalli e cowboy di “Red Neck Reel”, legati tutti dai testi e dalla voce di Edwards che proferisce all’opera un senso di inquietudine profonda, come se grandi nubi nere avessero oscurato il cielo; sembra già di vederlo – predicatore che ammonisce i presenti dall’alto di un campanile mentre un’aura di pesantezza si fa strada nei saloon, tra gli stivali dei cowboy, le cosce delle ballerine a lato pianoforte e lo sguardo perso di qualche minatore davanti la sua birra.