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C’è sempre una sorta di timore referenziale, nel parlare di personaggi come John Cale. Qui siamo davanti alla Storia del Rock, ad un artista di grandissimo spessore, il quale, a partire dalla giovanile e fondamentale appartenenza ai Velvet Underground primo periodo, è stato protagonista in seguito di due carriere parallele ed altrettanto importanti: quella di autore di album solistici, e quella di produttore/collaboratore di opere di altri artisti. E qui diventa davvero difficile dire dove abbia dato il meglio di se; perché, se è vero che la discografia propria di Cale ha vissuto, da sempre, di molti alti e bassi, come produttore ha mantenuto quasi sempre un livello vicino alla perfezione. Basti pensare a dischi come Marble Index o Desertshore di Nico, a Horses di Patti Smith, o al bellissimo, omonimo, album d’esordio dei Modern Lovers.
Volgendo lo sguardo alla sua produzione solista, è anche troppo facile individuare in titoli come Fear, Helen of Troy: abrasivi e pieni di intuizioni geniali, Paris 1919:elegante e raffinato, Music for a new society: cupo e sinistro, come le sue opere più conosciute e riuscite: tutti album molto validi, accumunati da un giusto mix di sperimentazione e gusto melodico. Ma se su questi dischi di Cale è stato detto già molto nel passato, ce n’è uno del quale si è sempre parlato troppo poco, ed è il live Sabotage.
Uscito in pieno periodo Punk per la Spy, una etichetta discografica fondata dallo stesso Cale, Sabotage è le registrazione di un concerto fatto nel Giugno del 79 al CBGB’s, lo storico locale underground newyorkese. Il risultato è un live davvero bellissimo, abbastanza inusuale nella produzione del nostro, e che risente in modo inconfondibile delle sonorità punk di quei giorni. Ma Cale, da musicista di razza quale è, non si limita ad arroventare i suoi brani: il livello compositivo-strutturale dei vari pezzi è sempre elevatissimo. Ne viene fuori un disco apocalittico e incendiario, il suono della band è violento e abrasivo, la voce di Cale è puro vetriolo.
Nove brani. L’inizio è strepitoso: Mercenaries e Baby you know, due pezzi tiratissimi e infuocati. Evidence è un muro di distorsioni, Dr. Mudd è ritmata e irriverente, Walkin’ the dog sembra uscita da Helen of Troy.
Captain Hook e Sabotage, complesse e strutturate, ricordano suoni ed atmosfere di Music a new society, uno dei capolavori di Cale che uscirà tre anni dopo questo live. La breve Chorale chiude il disco.
In definitiva un grande live, espressione di una delle tante facce di questo poliedrico e geniale musicista.