Rouse, Josh – Nashville

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All’estremo opposto del folk rock amaro e tagliente dei Red House Painters troviamo quello solare di Josh Rouse, cantautore con all’attivo qualche album di buon spessore. “Nashville” è l’ultimo album, forse il migliore, in cui Rouse riesce a portare a termine il suo processo artistico evolutivo, dando forma ad un folk placidamente venato da suggestioni country rock, per un risultato finale che si sposa benissimo con queste prime giornate di profumi e luci primaverili. Adagiato sulla chitarra acustica e sulla calda voce di Josh, “Nashville” trova i colori più accattivanti nei fraseggi di slide, dal sicuro sapore country blues, in melodie dal grande effetto e in ritmi che non escono da un solare mid tempo, solo in alcuni casi malinconico e più direzionato verso vibrazioni dal grande respiro.
L’apertura è affidata alla spensierata “It’s the nightime”, caratterizzata da freschi interventi chitarristici e alla slide, e da alcuni cori davvero riusciti. Sul medesimo sentiero stilistico si avvia la successiva “Winter in the hamptons”, ancora molto forte sui cori e sui ricami di chitarra. Non mancano episodi leggermente più riflessivi come “Streetlights”, in cui certi ornamenti di violino sono da applausi, e “Saturday”, quest’ultima caratterizzata da un incedere rilassatissimo e un ritornello che non vorrà saperne di abbandonare la vostra memoria. Su tutto ciò Josh Rouse si rende protagonista di prestazioni vocali davvero maiuscole, tutte caratterizzate da una grande carica espressiva che rapirà più di un cuore. Inoltre il sublime impiego di arrangiamenti raffinati fanno il resto per un album che si pone come ottima alternativa agli standard folk imposti da artisti più votati all’introspezione. Senza gridare al miracolo, un album più che piacevole, riuscitissimo da un punto di vista formale, con tante buone canzoni e poche, pochissime cadute di tono. Opportuno.