Intervista a Subsonica: Con un espendiente elettrico…

  • Rocklab: Avete definito “Terrestre” un’ album più terreno, abolendo richiami allo spazio, tecnologia e fantascienza sia sul piano sonoro che nell’utilizzo della terminologia. Approdati sulla terra pensate di rimanerci o ritornerete alle vecchie abitudini creative con il prossimo album?
  • Max Casacci: Non lo sappiamo ancora. La necessità primaria nell’approccio al nuovo album era quella di ritrovare l’ identità di collettivo.
    Amorematico è stato un viaggio tecnologico verso la frontiera tra elettronica dance e musica suonata con strumenti tradizionali. Contemporaneamente però è stato un album segnato da forti lacerazioni, dalle difficoltà legate alla gestione dei progetti paralleli e dai primi veri problemi con Valerio Soave della Mescal. Da un certo punto in avanti quella del nostro discografico-manager(etc etc) è diventata una figura deleteria per gli equilibri, già fragili del gruppo. In seguito ad una serie di confronti piuttosto accesi ha cercato di indebolire l’unità della band arrivando addirittura a tentare di allontanare me dal gruppo. Insomma dopo tutto ciò che ne è seguito la necessità era quella di ricompattarci e sotto questo aspetto “Terrestre” è il risultato di un percorso molto istintivo. Dopo 7 anni di attività e almeno due di pausa, abbiamo cercato di interrogarci sul che cazzo ci tenesse ancora insieme, e su quale fosse realmente la cosa che volevamo fare. Quello che volevamo fare era prendere in mano gli strumenti, in modo anche piuttosto liberatorio e suonare insieme.
    Quindi niente computer, programmazione, simulazione di strumenti e stesure virtuali, ma un luogo fisico, un magazzino lungo il fiume nel nostro quartiere prima e una casa in campagna poi, dove lavorare in diretta. Non c’è stata la volontà di rompere un legame con gli album precedenti, piuttosto di scompaginare un po’ le carte in tavola. Non abbiamo mai voluto considerarci detentori di una formula di successo da riprodurre. Quindi il prossimo album potrebbe essere tranquillamente un disco elettronico. Terrestre è una tappa, non una svolta.
  • R. C’è una canzone o un ‘album che considerate un errore?
  • M. C’è sicuramente un ‘album “Amorematico” che come dicevo prima ha avuto una gestazione difficile e travagliata e creativamente, di conseguenza, presenta luci e ombre.
  • R. Facendo una selezione i tre brani che mi risultano più carichi di sentimento e pathos della vostra carriera sono “Dentro i miei vuoti”, “Livido amniotico” e “Incantevole”. Le prime due risultano più cupe e dal contenuto più oscuro e meno percettibile anche nella terminologia e nell’ambientazione ricreata. “Incantevole” è invece un brano immediato con un testo lineare ed essenziale che non lascia spazio a libere interpretazioni anche a livello sonoro. Qual è stata la genesi di questo brano?
  • M. “Incantevole” è un ‘idea inizialmente abbozzata da Boosta, un brano molto veloce, molto teso, uno dei pezzi che abbiamo iniziato ad assemblare dopo un ritiro agreste in casa in campagna vicino Torino dei genitori di Ninja e dopo 8 giorni di lavoro e di isolamento abbiamo deciso che forse avevamo voglia di rivedere un po’ di umanità e anche di provare a suonare brani che ancora non avevano neanche un testo.
    Erano più che altro fonemi disarticolati, vagamente un po’ anglofoni. Abbiamo organizzato una festa del sabato sera con tutti i nostri amici di Torino. Abbiamo fatto un concertino, messo dischi e ci siamo anche un po’ devastati di danze ed alcol. Il giorno dopo in casa c’erano ancora cadaveri sparsi, gente che dormiva ovunque e tutti con un mal di testa incredibile. L’abbozzo di Boosta l’abbiamo ripreso quella domenica pomeriggio. Ci siamo fatti contagiare dal clima da postumi nel tardo pomeriggio domenicale un po’ sonnacchioso e il pezzo e sceso di almeno un quarto della velocità, di 20 e passa bpm, i suoni della batteria sono stati attutiti per non disturbare la gente che lamentava i dolori alla testa. Per questo il brano ha assunto questa polpa sonora molto delicata. Dopodiché il testo si è accomodato su questa impostazione di suono. E’ stata in effetti una gestazione un po’ bizzarra. Forse in qualche modo questa atmosfera di condivisione ha creato un immaginario più positivo rispetto a dentro i miei vuoti o livido amniotico, che sono il frutto di un lavoro più solitario e individuale.
  • R. Avete mai temuto di essere considerati un prodotto della MTV Generation visto anche questa sorta di gemellaggio puntuale ad ogni uscita con il Subsonica Day?
  • M. Noi abbiamo fatto il nostro primo concerto per MTV nel momento in cui MTV Italia produceva il suo primo evento Live. In realtà il proporci un concerto per presentare i pezzi e suonare in diretta il giorno prima dell’uscita del disco rappresenta, come ben immagini, una grossa opportunità. Ci sono talmente poche possibilità di suonare dal vivo nei programmi televisivi rispetto al passato. Al momento MTV, che è una tv commerciale, con i tantissimi difetti di
    una tv commerciale, paragonata alla piattezza del panorama radiofonico rappresenta spesso l’unica opportunità per vedere e ascoltare realtà musicali sistematicamente ignorate dai network.
    Vivendo in una grande città, solitamente si ha la possibilità di ascoltare qualche emittente del circuito più indipente ma l’Italia per il 70 % è provincia quindi…. MTV almeno di notte trasmette talvolta della musica che vale davvero la pena di essere conosciuta.
    Noi sinceramente utilizziamo il criterio del rifiutare a pelle le cose che non ci risultano congeniali. La musica in Italia è pregiudizialmente divisa in due settori. Il mainstream, cioè la musica di mercato con tutto un suo formulario di parametri e consuetudini che ci considera, a ragione, estranei pur valutando tutta una serie di riscontri importanti e poi c’è l’arcipelago dell’underground.
    Quest’ultimo mostra troppo spesso rigidità di pensiero, e un attaccamento ad una liturgia dell’esclusivismo che ci rende nuovamente estranei. Noi percorriamo la nostra strada, aggiorniamo la rotta volta per volta e sinceramente abbiamo smesso di farci tanti problemi. Rispetto al Subsonica Day l’unica controindicazione risiede nel fatto che sarebbe stato meglio arrivare ad un live televisivo avendo già qualche concerto alle spalle e avendo rodato meglio i pezzi nuovi. Quest’anno suonando così “a freddo” ci siamo trovati un po’ rigidi rispetto al passato. La stessa situazione, affrontata anche solo dopo
    cinque concerti veri, avrebbe avuto una resa decisamente più coinvolgente. Per il resto, ci hanno offerto uno spazio televisivo esattamente come lo hanno dato ai Radiohead, Beck, Muse per cui non ci preoccupiamo all’idea di diventare un prodotto della MTV Generation.
  • R. Avete dichiarato che Sanremo ha contribuito ad aumentare la vostra popolarità ma contemporaneamente anche “il lancio dei pupazzetti sul palco” non ritenete che questo ruolo al momento lo svolga soprattutto un emittente come MTV?
  • M. Non giudico la vita mentale di una persona giovane che fa esattamente quello che noi tutti facevamo a 14 anni. Sappiamo di avere una capacità attrattiva nei confronti del pubblico giovane. Il punto è quello di riuscire a fornire le chiavi d’accesso ad un mondo che sia un’ più complesso. Per dirti, noi tra due settimane faremo un concerto di sostegno per il Legal Team di Genova. Destineremo la maggior parte del ricavato agli avvocati che stanno cercando di far luce sui fatti del g8 in un momento nel quale abbiamo molta visibilità utilizzeremo la nostra posizione per mettere in luce una questione importante. Stasera hai visto che sono passate delle immagini di un certo tipo, senza la necessità che qualcuno ne sottolineasse verbalmente il contenuto
    finendo per apparire come un maestro in cattedra. Quindi l’importante, una volta stabilito il contatto, è aprire la porta di accesso al mondo che sta dietro alle canzoni. Chi ha capacità e sente la necessità di coglierlo può farlo. Per noi è importante sfruttare la possibilità di raccogliere questa attenzione, in un momento in cui sembra che tutto debba semplicemente scivolare in superficie.
  • R. …e il Festivalbar?
  • M. Questa è una delle cose che non vogliamo fare e che non abbiamo fatto neanche quando la Mescal lo caldeggiava. Il nostro rifiuto ha provocato diverse discussioni con Soave. Con la EMI invece gestiamo una condizione contrattuale che ci consente di pronunciare un semplice no e non lo facciamo. Non abbiamo invece avuto mai grosse difficoltà a partecipare alle diverse trasmissioni televisive, un po’ di routine, che servono a far sapere al pubblico più distratto che un disco è uscito. Ci rendiamo conto serenamente di essere un gruppo pop.
  • R. Quando il tour sarà terminato pensate di farvi coinvolgere di nuovo in progetti autonomi?
  • M. Ancora non sappiamo quando terminerà. Di sicuro ripartirà quest’estate e di nuovo in autunno. Per il prossimo anno abbiamo anche qualche idea di sconfinamento all’estero. Diciamo che forse questo è il momento in cui i nostri progetti paralleli dovranno imparare ad intersecarsi nei ritagli di tempo e non rappresentare uno stop vero e proprio come è stato invece in passato. Il gruppo e i suoi progetti paralleli sono stati una risposta fisiologica all’idea totalizzante che l’esperienza Subsonica richiedeva, sono stati una sorta di scossa di assestamento ma il gruppo ha prevalso come logica, come idea. Il
    collettivo è stata la cosa più forte, quindi è pensabile che in futuro questi progetti autonomi si adegueranno molto di più alle esigenze del gruppo.
  • R. Sul vostro sito è presente un bizzarro video di Boosta alle prese con l’ipnosi che svela il vostro lato autoironico. Com’è nata questa idea?
  • M. Nessuno si ricorda più com’è nata. Nel momento in cui è stata lanciata l’abbiamo subito realizzata senza nessun problema. Per alcuni potrà essere una pagliacciata però noi siamo così, siamo complessi, siamo quelli che partecipano all’iniziativa in favore del Legal Team. Siamo un gruppo di cui gli aspetti del singolo creano sfaccettature diverse arricchendone l’ilarità.
    Non mi ricordo come è nata l’idea, fatto sta che in quattro e quattrotto l’abbiamo realizzata. Ci sarà anche chi si stupisce per la dicotomia tra il gruppo che partecipa ad iniziative come quella del legal team e il combo di cazzoni che inventa pagliacciate del genere mettendole sulla home page del proprio sito. In questo senso siamo un gruppo vero. Le sfaccettature sono il prodotto dei singoli caratteri tutti piuttosto ben rappresentati.