Alec Empire – Futurist

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Alec Empire è incazzato, suona musica incazzata, techno incazzata, di solito. ‘The Futurist’ è un disco incazzato, talmente incazzato che Alec Empire accende i distorsori in sala prove e, così come li ha trovati, si mette a suonare i primi accordi che gli vengono in mente. Talmente incazzato che sembra essersi quasi dimenticato di usare anche la consolle e tutti gli aggeggi elettronici. Così incazzato che continua a suonare questa sorta di hardcore, e lo suona per dieci minuti, per mezz’ora, sempre questi accordi luridi e sgangherati, urlando. E sembra convinto, poi, perché canzone dopo canzone va avanti a suonare, ad urlare, a macinare riff ogni tanto punk, ogni tanto hardcore, ogni tanto metal, ogni tanto industrial. Alec Empire esprime rabbia, violenza; ma queste sono tutte cose che già si sapevano: quello che non si sapeva è che il nostro è capace di suscitare anche noia, e va da sé che questa in fondo è l’unica novità di ‘The Futurist’. Perché anche il più incallito picchiatore del pianeta avrebbe noia a pogare sullo stesso riff ripetuto, ora più veloce, ora più lento, per quasi tutto il disco ascoltando Alec Empire urlare giusto perché, come al solito, è incazzato. Va bene, il pazzo berlinese vuole fare del punk: ma basta la rabbia per farci sopra un disco intero?