Moltheni: Malinconico Splendore

Ormai posso ritenermi quasi un “fan” di Umberto Giardini in arte “Moltheni”. E' la terza volta che lo vedo dal vivo nel giro di pochi mesi… Ho cominciato a documentarmi su di lui quando un mio amico mi aveva gentilmente invitato al concerto che ha tenuto il Gennaio scorso al Circolo a Roma (recensito su rocklab con annessa intervista). Nel giro di poche settimane mi sono procurato tutti e tre gli album che compongono fino ad ora la sua discografia. Li ho assorbiti come non facevo da tempo con nessuno gruppo/artista. Mi è bastato poco per entrare in sintonia con le sue liriche malinconiche, sarà stato anche il mio periodo fertile per certe poetiche, ma nel giro di poco tempo sono diventato un suo accanito fans. Cosa c'entra questo con la data di Terni? C'entra e come… alla fine capirete, ora vado alla cronaca della serata. Arrivo all'antistadio del “Liberati” quando Moltheni e la sua esigua band (batteria e wurlitzer oltre a lui munito di un'acustica doversamente amplificata) sono già sul palco intenti nel soundcheck che Moltheni porta avanti con piglio esperto e stando molto attento ad ogni particolare anche se poi questo sforzo risulterà vano. Davanti al piccolo palco (il secondo in ordine di grandezza dell'Ephebia Festival) già sono radunate diverse persone sedute, chi sul prato, chi su delle sedie. L'atmosfera è molto intima e per il set che Moltheni porta avanti dall'uscita di Splendore Terrore, non poteva esserci clima migliore. Il concerto comincia quando sono ancora in fila per prendere un agognata birra, durante la quale scopro che ci sono molti ragazzi venuti da diverse parti d'Italia per seguire il concerto dell'artista marchigiano. Moltheni apre il set con un pezzo nuovo (o almeno che le mie orecchie non ricordano impresso in nessuno dei tre album finora pubblicati), ancora una volta vengo scosso dallo splendido suono del piano Wurlitzer che crea dei tappeti davvero celestiali che tramutano ogni pezzo in una goduria per le orecchie. Il batterista è anch'egli molto bravo a variare di volta in volta su ogni pezzo, aumentando o abbassando il tiro, scovando anche suoni inusuali nei piatti e nel rullante, anche se qualche volta è apparso forse un tantino invadente… ma mai eccessivo! Di Moltheni che dire, non è un virtuoso della chitarra, anche se quest'ultimo disco ha messo in luce un gusto e una padronanza davvero invidiabili, ma sa tirare fuori dalle sei corde melodie così delicate e malinconiche come pochi altri in Italia. La sua voce ormai la conosciamo, c'è chi non la sopporta…. c'è chi l'adora, io faccio parte della seconda fascia di persone, anche se devo ammettere che l'impianto dell'Ephebia (che comunque elogiamo per aver organizzato una tre giorni con artisti di questo livello tutto completamente gratis e con tante iniziative di contorno… bravi!) non ha proprio privilegiato le qualità canore di Moltheni, come lui stesso ha poi fatto notare in modo poco ironico dopo il concerto. Le canzoni si susseguono naturalmente, il pubblico non sente quasi passare il tempo, ed è così che le nostre orecchie odono “La Ragazza Dai Denti Stretti (Humana)” poi ancora una stupenda versione di “In Porpora” sussurrata dal pubblico e dal sottoscritto, e poi anche “Nel Potere del Legno” tutte tratte dall'ultimo “Splendore Terrore”, l'emozione è grande anche quando Moltheni va a ripescare quello che ormai è uno dei suoi classici cioè “Il Bowling O il Sesso?” ovviamente rivista con questa formazione a tre. Anche stavolta come la data di Roma del gennaio passato, sale sul palco una ragazza (che appare anche nel video del singolo di Splendore Terrore) che declama un testo davvero bellissimo, una poesia quasi, di cui però non esiste registrazione nei suoi dischi. Un testo che è un inno alla vita, ma che parla di morte… bellissimo e toccante, il tutto accompagnato da un sottofondo musicale che parte molto delicatamente e finisce con un'esplosione quasi noise, con urla e gemiti, speriamo che Moltheni ne voglia lasciare traccia in qualche modo per assaporarlo più approfonditamente. Si chiude il concerto e Moltheni congeda la sua band e rimane sul palco per una versione chitarra e voce del suo primo successo “Il Circuito Affascinante”, ma l'esecuzione di tale brano viene interrotta dall'inizio del concerto nell'altro palco che sovrasta completamente il suono così delicato e intimo che esce dal piccolo palco calcato dal Sig.Giardini che decide di interrompere l'esecuzione visibilmente contrariato.
Perché all'inizio di questo pezzo ho fatto tutto quel cappello sulla mia personale storia con Moltheni? Solamente per rimarcare il fatto che un live di Moltheni (in maggior modo in questo suo ultimo tour) può essere apprezzato a pieno solo da chi è legato in modo quasi viscerale a questo artista, alle sue canzoni che ricordano e si legano a momenti particolari della propria vita come succede a me, e quindi potrei capire benissimo chi si è avvicinato per la prima volta con questo, o altri live di questo tour e non ne fosse rimasto estasiato come il sottoscritto, il mio consiglio a loro è di approfondire la sua conoscenza.. E quindi grazie ancora a Umberto Giardini per regalarci le sue malinconie, ne faremo tesoro ancora una volta! E grazie anche per le parole che ci ha regalato dopo il concerto, disponibilissimo come al solito, e visibilmente contento di una dimostrazione d'affetto che io stesso non credevo così grande nei suoi confronti, e anche un pò scocciato per la qualità sonora non proprio impeccabile dell'impianto messo a disposizione dai ragazzi dell'Associazione Ephebia. Ecco cosa ci ha detto riguardo al suo presente, e al suo futuro:

Rocklab: Senti, com'è andato il nuovo album “Splendore Terrore”, sia a livello di vendite, che a livello di critica, ne sei soddisfatto?
Moltheni: Mah, a livello di critica siamo molto contenti, anche per le vendite considerando la crisi, siamo già intorno alle 4,000 copie e sinceramente ha superato tutte le aspettative, anche perchè è un disco che è costato poco, è stato registrato in meno di una settimana, quindi siamo molto molto contenti, vuol dire che il progetto ha ancora qualcosa da dire nella discografia indipendente italiana.

R: Credi di continuare il tuo rapporto con La Tempesta o di cambiare?
M: Non lo so, io con loro mi sono trovato molto bene, splenditamente. Sono dei ragazzi in gamba, e poi sono dei musicisti come me, quindi ci si intende scavalcando tutte le burocrazie, non so dove mi porterà il futuro….

R: Stai già preparando qualcosa di nuovo?
M: L'album nuovo è praticamente pronto, dobbiamo solo registrarlo, è un'album molto doorsiano come atmosfere, a fine Settembre credo le registreremo in diretta a Bologna, probabilmente nei negozi a Gennaio.

R: Poi farai un tour?
M: Il tour proseguirà in autunno con un pò di date, sempre di supporto a “Splendore Terrore”, poi credo che il tour grosso del nuovo album si vedrà…

R: Ma lo farai in elettrico con la formazione vecchia, come i precedenti?
M: Assolutamente no, sarà molto doorsiano come questo, cioè wurlitzer, chitarra e batteria, sperando in impianti migliori.. (ride)

R: Ultima domanda: Il famoso progetto stoner che ormai stai portando avanti da un pò di tempo, ne sento parlare spesso nelle tue interviste, ci sono novità?
M: Si “Forma Mentis” è un disco che abbiamo registrato l'anno scorso che non è mai uscito perchè lo teniamo nel cassetto anche se probabilmente resterà li, già alcuni brani li utilizzeremo nel nuovo album che uscirà a gennaio, probabilmente ha perso l'attimo per uscire… poi quando una una cosa non nasce non nasce, è inutile farla uscire dopo.

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