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Ci sono momenti in cui hai voglia di ascoltare qualcosa di particolare, qualcosa di strano ma che allo stesso tempo sappia essere leggero e piacevole, sono quei momenti in cui hai voglia di ascoltare qualcosa che ti scivoli addosso lasciandoti però anche quel gusto per le musiche originali. Il nuovo album dei Super furry animals risponde perfettamente a questi requisiti: è un disco praticamente pop con musiche però che dall’indie vanno alla psichedelica passando attraverso quarant’anni di musica, questo perchè le contaminazioni sono tantissime (difficile non pensare al “Pet sounds” dei Beach boys ascoltando tracce come “Back on a roll”. Con lo “splash!” che apre la prima traccia “Zoom” ci si tuffa appunta in un mare ovattato e calmo con una tastierina che ricorda gli Air e un cantato lento e preciso ben assecondato da un coro perfetto. Giusta unione tra psichedelica, indie e sperimentazione moderna la traccia iniziare è ritratto di quello che è quest’album e la classe di questi musicisti. Tutto il disco viaggia su binare precisi binari. Non sarà un capolavoro, ma l’ascolto è veramente piacevole e ben costruito. La melodia di “Atomik lust”, il gusto british molto alla Beatles di “The horn”. Brano che più mi piace è l’allegra costruzione di “Ohio heat”, semplice rilassante e solare è la canzone che ascolto più volentieri del cd. Il primo singolo estratto “Lazer beam” è un ottimo rock sghembo alla Flaming lips, molto piacevole come tutto il resto. “Pscylone!” invece m’ha ricordato il primo (e l’ultimo) Beck. Il disco scorre fino alla conclusiva “Cabin fever”, il brano più lento e riflessivo del disco che fa da perfetta chiusura a questo piacevole cerchio con la bellezza del finale di pianoforte. In conclusione un album per quando si cerca qualcosa di leggero ma suonato perfettamente, con arrangiamenti precisi e che fa da ottimo cocktail di buona parte della musica pop/rock uscita dagli anni ’60 a oggi. Un lavoro completo che però non ha quel sapore di “compitino a casa” di molta musica inglese, ma che riesce a conquistare con la sua personalità e capacità di unire con scioltezza tante influenze diverse regalando all’ascoltatore un’oretta di ottime composizioni.