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Raramente ho avvertito la rassicurante sensazione di equilibrio ascoltando un disco. La cosa è successa durante la scoperta di “Libera”, recente fatica degli E42, gruppo nato dalle ceneri degli Elettrojoice, gloriosa formazione della new wave rock italiana di alcuni anni fa. Il gruppo di Andrea Salvati sa emozionare, con un intimismo noir fatto di pianoforti profondi, chitarre liquide e voci quasi sussurrate, mentre il tessuto ritmico si mantiene solo accennato e misurato. La formula degli E42 è appunto la ricerca di un nobile equilibrio che non si sbilanci e non frani in territori alternative già ampiamente battuti, soprattutto qui in Italia, e ha come risultato un piacevole incontro tra le atmosfere wave e i ricordi del rock d’Inghilterra anni 70. Il suono, poetico e notturno, raggiunge vette di straordinario lirismo nel poker in apertura del disco, “Atomo”, “La notte di San Lorenzo”, “Libera”, “Ex flowback”. “Un passo dopo l’altro” svela l’anima più rock degli E42, con chitarre sature e un generale inasprimento dei suoni, che si fanno quasi rabbiosi. Ancora tanto romanticismo in “Orbita”, forte di armonizzazioni vocali di grande effetto e un elegante dialogo chitarra acustica / pianoforte che lascia il segno. Impressionano i testi, mai banali, poetici, delicati, che suscitano curiosità ed interesse nella ricercatezza della benedetta semplicità, il tutto raccontato da una voce calda e emozionata nel saper essere così toccante. Doti rare nel panorama italiano, doti che si fanno ancor più evidenti in “Un’altra vita”, una composizione stilisticamente in linea con quanto ascoltato nei primi brani del disco, ma forse ancor più diretto nel parlarci al cuore. Bellissimi i crescendo di “Stato di necessità”, altro momento da ricordare per uno dei dischi che conferma lo straordinario stato di salute del rock d’autore made in Italy. Avvicinatevi agli E42 senza esitazioni.