Sigur Ròs: Una Goccia di Paradiso

Prendo spunto dall’incipit della recensione di “Takk” di Giorgio: “i Sigur Ros sono stati assunti a tempo pieno in Paradiso, alle strette dipendenze del coro angelico, e si trovano bene.”. Ebbene Giorgio, hai totalmente ragione e ora ne ho le prove. Il set iniziale delle Anima non mi ha detto tantissimo, nonostante le quattro ragazze siano abbastanza brave (e di sicuro migliori della maggior parte dei gruppi di supporto che ho per ora sentito in vita mia) la loro musica scivola addosso, ma del resto sono venti minuti perfetti per introdurre ciò che seguirà. Dopo una decina di minuti di rumori l’enorme telone bianco che nasconde il palco al pubblico che riempie il Teatro della Concordia s’illumina a rivelare gli spettri dei Sigur ros che iniziano il concerto alla perfezione con una “Glosoli” da brividi. Se su disco le tracce di “Takk” possono lasciare indifferente l’ascoltatore (non è il mio caso, seppur inferiore ai precedenti per me è un ottimo album) dal vivo non possono non conquistare: “Hoppipolla” è raggiante con la sua gioia e precisione ad esempio, e sopra a tutte le canzoni nuove “Gong”, fenomenale per come viene proposta al pubblico, particolarmente per come impressiona la meccanica forza della batteria, infatti se su disco non avevo mai notato più di tanto, dal vivo il batterista dei Sigur ros è il componente che più mi ha colpito per capacità tecniche e, cosa assai difficile per chi sta dietro le pelli, per come riesce a catturare l’attenzione dello spettatore. Uno degli apici del concerto sicuramente l’emozionante “Vidrar vel til loftarasa”, particolarmente quando prima di esplodere un muro di suoni sul pubblico lo obbliga a un minuto di silenzio totale, in una situazione irreale, come un frame di un bellissimo film. L’altra vetta raggiunta sicuramente è la conclusione affidata alla bellissima “Untitled #8” che vede nel finale il ritorno di quel velo bianco a nascondere il palco e attraverso il quale i ragazzi islandesi fanno arrivare al pubblico un’ondata di quello che è vero e incredibile post-rock per come va suonato. Un concerto come quello di ieri si può tranquillamente definire come uno “show totale”, questo grazie alle bellissime proiezioni e ai fenomenali effetti di luce che durano per tutto il concerto, senza essere eccessivamente intrusive queste aggiunte alla musica riescono a far vivere ancora più intensamente allo spettatore questa esperienza, trasformandola ancora di più in qualcosa di etereo e perfetto. Si contano davvero sulle dita di una mano i gruppi in grado di offrire al loro pubblico due ore di concerto a questi livelli artistici e con una tale capacità di coinvolgimento. Ancora adesso mentre scrivo resto estasiato facendo tornare alla mente quanto ho sentito e visto, un’esperienza unica e fantastica, una goccia di paradiso in terra che mi auguro di cuore continui a regalare tali emozioni ancora a lungo.

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