Inferno – Inferno

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Non fatevi sviare dal nome, prima di tutto. Per quanto gli Inferno possano sembrare il classico gruppo inascoltabile dedito ad una sorta di chissà quale metal estremo, con l’ascolto del disco si scopre una band dedita sì a sonorità estreme, ma virata verso la destrutturazione elettronica di esse da una parte e un recupero delle vecchie sonorità rock lo-fi dall’altra: digipac limitato in mille copie, collaborazione di quattro etichette (Shove, Bar La Muerte, Donnabavosa, Escape From Today) e alternanza di pezzi grind-rock’n roll con campionamenti elettronici tanto vicini ad un certo Mike Patton e Naked City in molti momenti (Lowest Common Detonator su tutti). Fondamentalmente Inferno potrebbe essere l’evoluzione italiana di Locust insieme a Dillinger Escape Plan, e questa già di per sé è la dimostrazione della bravura di una band che cerca in ogni modo di superare gli steccati che un genere come l’hardcore e lo screamo pongono, producendo un disco spettacolare e soprattutto innovativo, cui non manca nessuna carta per la distribuzione estera. L’impressione generale è che Inferno abbia un sacco di cose da dire e che le dica in maniera perfetta. Pensare infine che questo è solamente il disco d’esordio, fa ben sperare su un futuro per la band alquanto roseo.