Philomankind – Ask

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“Ask” è una sorta di allegra festa di compleanno adolescenziale per una creatura di nome Philomankind, la cui madre è quel gruppo inglese di nome Kinks. E il padre? I Beatles senz’ombra di dubbio. Fedeli all’inno materno di “Everybody gonna be happy” e ssoggettati alla performante educazione paterna, questi ragazzi di Pisa creano tredici tracce di allegri pop rock fortemente orecchiabile. Giocano con le armonie, con le voci e gli strumenti. “Gender bender” è tutto questo: semplice all’ascolto ma allo stesso tempo intrigante e ben costruita. Non si può dire lo stesso di altri pezzi quali “U know, I know”, “Sorry” e “Pennsylvania woman”: l’impressione è di ascoltare b-side dei Beatles, ma senza mordente e personalità. Se alcuni pezzi strappano volentieri un sorriso, altri provocano un piccolo sbadiglio anche a causa della forte sensazione di “già sentito”. Forse il problema è che i Philomankind vogliono confrontarsi con un genere e un repertorio troppo abusato e troppo influenzato dai gruppi storici. Per ironia della sorte risultano più credibili quando portano all’estremo i loro cliché, come in “Mr. Adviser” e “You’re my world”. Putni forti rimangono gli arrangiamenti, soprattutto le parti di piano, e la bella voce femminile. Un disco da ascoltare nei momenti gioiosi di puro disimpegno.