- Dopo tanti viaggi e girovagare e un anno intenso di lavoro con artisti di fama internazionale ritornano a suonare a casa loro. Il luogo è il “Teatro del Lido” e il lungomare assolato di Ostia è un pullulare di persone intente a trascorrere la domenica pomeriggio passeggiando. E’ un giorno di riposo, da trascorrere in famiglia, e con calma nel teatro si preparano gli strumenti. Gli ZU arrivano, per primo Jacopo che dopo un pò di attesa chiama i compagni a telefono con un “AO, ma ndo state?”. Poi arrivano poco dopo Luca e Massimo e scaricano la loro strumentazione: arriva la batteria e tra giochi geometrici con tre patatine fritte (forse quattro) e un consiglio sulla macchina ideale da comprare incontriamo Massimo e Luca, mentre Jacopo è indaffarato a picchiare la sua batteria per farla suonare come lui vorrebbe. Anche l’indomito batterista parteciperà “sonoramente” all’intervista…per esprimere un concetto che potrebbe essere interpretato come : “quando usi una batteria affittata è sempre così…fa pena…”. Prima di avviarci per l’intervista Massimo gli va vicino con patatine fritte in mano e gli chiede: “ma fa così schifo?” e lui allarga le mani e ricomincia a picchiare… svitare… riavvitare… Lo lasciamo all’interno del teatro a deformare le pelli come vorrebbe che fossero e ci incamminiamo in cortile.
Si cerca un posto dove poter star comodi fino alla geniale intuizione (degli ZU): “I divani della hall! Sembrano anche comodi!”. Siccome bisogna essere precisi Luca sposta saggiamente una panca mettendola a 90 gradi con il divano “si sta comodi e vicini così”. Poi propone con molta gentilezza di far sedere lui e Massimo sulla panchetta e dopo il loro dirottamento sul divano un pò più spazioso può iniziare la chiacchierata.Rocklab: Iniziamo da cose recenti: com’è andato il tour con i Fantomas/Melvins?
- Bene, molto bene. E’ stata un’esperienza dura per certi aspetti, diciamo sul lato chilometrico pero’ per il resto , quando arrivi nei posti e suoni sapendo che comunque stai facendo qualche cosa di molto importante , e che non è solo in termini lavorativi che stai agendo ma anche dal lato umano. Poi inizi a conoscere …e questa è già una cosa che ha portato a dei risultati, o meglio….non so come dire…
Massimo: Conseguenze…
Luca: (ride) Conseguenze…delle cattive azioni….(ride) - R: Avete provato con Patton per la data in Canada o ci sarà molta improvvisazione?
- Luca: Non abbiamo provato con lui. Abbiamo fatto una serata a Torino con lui sull’ultima canzone. Lì è già stato indicativo su come andrà quella serata. Ci sarà parecchia improvvisazione e la cosa fa un pò paura perché abbiamo sudato di più in quei cinque minuti con lui che in tutto il concerto! (ridono)
- R: Invece con gli Ardecore in questo periodo dal vivo suonano altri musicisti, vi siete fermati ?
- Massimo: In questo periodo si. Ma con gli Ardecore continuiamo.
- R: Un nuovo album con loro?
- Massimo: In estate! Perché i pezzi ci sono tutti.
- R: Al concerto romano degli Ardecore al Circolo degli Artisti è intervenuta anche Valeria Rossi, ci sarà anche lei nel prossimo album?
- Luca risponde con svariati gesti mimici (risate)…
Rocklab: non vale! Devi parlare…mi serve registrato!
(risate) - R: Quindi come è accaduto che abbiate diviso il palco?
- Massimo: E’ perché è amica di Giampaolo, diciamo una cosa piu’ in amicizia…
- R: Altri progetti che avete portato avanti singolarmente, per esempio Massimo con gli Original Silence, come sono andati?
- M: Bene! Adesso escono tre dischi degli Original Silence con me. Il primo esce a Giugno/Luglio per un’etichetta norvegese e diciamo nel corso dell’anno dovrebbero uscire a scaglioni tutti e tre.
- R: Sempre riguardo alle vostre svariate collaborazioni visto che spesso suonate all’estero, come per esempio a breve in Canada con Patton , quale di questi progetti riuscirete a portare live in Italia?
- Massimo: Con le collaborazioni ci potrebbe essere qualche cosa con Patton a breve scadenza, potrebbe però. Ancora non ne siamo sicuri. Sicuramente ci sarà questa in Canada e già lì vedremo come andrà. Poi ci incontreremo perché a Giugno faremo questo tour negli Stati Uniti nella costa ovest e lì ci incontreremo sia con lui che con i Melvins e quindi è una cosa diciamo possibile perché ci rincontreremo praticamente ogni mese con lui e tutte le cose da seguire le possiamo seguire bene.
- R: Invece con Gustaffson?
- Massimo: Suoniamo adesso, il 15 , a Stoccolma con lui, e poi abbiamo un po’ di festival in estate.
- R: Avete già registrato con lui, sono previsti altri album insieme?
- Massimo: Molto probabilmente si.
- R: Sempre riguardo Gustffson, come lavorate insieme? Decide lui come strutturale l’album o voi delineate una linea guida da seguire?
- Luca: Lo decidiamo noi… gli diciamo: “Ao’ senti, suona così e sta zitto!” (risate) e siccome lui è svedese e paracadutista dice : “ si ok …agli ordini!” (risate). Seriamente no, no… è tutto un lavoro molto in comune.
- R: So che invece il vostro nuovo album è in lavorazione…
- Massimo: Si si…abbiamo già dei pezzi pronti registrati….invece per gli altri pezzi stiamo decidendo dove registrarli. Perché probabilmente invece di registrare tutto in un unico studio faremo adesso due pezzi quando andiamo a Los Angeles nello studio dei Melvins e poi altri due pezzi da un’altra parte e così via…
- R: Dopo Steve Albini per “Igneo” a altri, per la produzione dei pezzi del nuovo lavoro come lavorerete?
- Massimo: Anche Bob Weston degli Shellac !Adesso pensavamo di affidare diversi capitoli del disco a diverse persone per tirare fuori le anime dei pezzi in un modo piu’ forte rispetto a come possiamo fare noi suonando.
- R: Per la pubblicazione dell’album come lavorate? Partite già con un’etichetta discografica con la quale uscire ?
- Massimo: No, al contrario… riguardo l’album anche noi in genere non sappiamo mai fino a quando non riascoltiamo che cosa sia. Quando lo lavoriamo ci concentriamo sull’espressione. Quando lo riascoltiamo pensiamo “questo può essere un lavoro più adatto a quest’etichetta o quell’altra” e poi lo proponiamo e c’è sempre andata bene.
- R: Voi usate tre strumenti di per sé molto semplici . Potete raccontare la vostra evoluzione musicale da quasi 9 anni che suonate ?
State sperimentando nuove cose ? - Luca: A parte l’involuzione umana (risate)…
Massimo: Eravamo intelligenti e..
Luca: ….Eravamo intelligenti e siamo regrediti!(risate) Devo dire che c’è stata una regressione. Diciamo un ritorno agli ascolti che facevamo da ragazzini. E questo ha influito sull’allargamento proprio del suono. E poi tecnicamente io sto usando il sassofono in maniera nuova.
Ho attaccato un pick up in modo che potessi usarlo in maniera ritmica ed è tutto in fase di sperimentazione e evoluzione. Massimo ha preso un …non so se definirlo “effetto”….un Entita’ sovraumana(risate) ….che gli dà un suono… - R: Luca, riguardo l’uso del microfono per la tua voce come visto poco piu’ di una settimana fa a Roma?
- Luca: (risate) La voce….è su un altro progetto che ho fatto…è un progetto…come definirlo…metal?(risate) E poi anche Jacopo sta iniziando ad usare effetti , c’è un’idea di non pensare solo al suono “acustico” dei brani come abbiam sempre fatto ma dargli un altro tipo di respiro. Perché comunque siamo solo in tre…
- R: Come arrivate alle nuove soluzioni, come l’uso del jack del basso?
- Luca: Molte escono molto spontaneamente, a volte lui (rivolto a Massimo)si mette a urlare dentro al pick up ed esce un suono allucinante!(ride) E quelle possono essere cose che ci ricordiamo di provare in studio…
- R: Dopo copertine di riviste musicali e l’apparizione in tv per MTVBrandnew vi sentite un po’ piu’ importanti rispetto già ad un anno fa?
- Luca :Guarda, noi chiediamo sempre le M&M gialle! (risate) non le vogliamo quelle rosse! Io non c’ero perché il divano era per due ed io faccio per due e quindi o andavano loro due o andavo io…
Massimo: Lui stava dormendo a Napoli… (risate) …non ci sentiamo importanti…
Luca: Già… non credo. …il nostro è un lavoro che si potrebbe definire in maniera visiva come una spirale molto lenta che man mano si allarga sempre di più rispetto al lavoro che facciamo. Siamo tornati ieri dall’Algeria e questo è un gradino eventuale riguardo al fatto che queste persone che ci hanno invitato hanno cercato su internet “musica jazz Italia” ed è uscito il nome ZU… e non so perché! (ride) Per dire che pian piano la spirale si allarga… - R: Girare il mondo ,dover stare sempre on the road e dover magari registrare gli album lungo il percorso cosa comporta?
- Massimo: C’è un lato umano, Luca per esempio ha un figlio. Tutti noi gradiremmo star un po’ di piu’ a casa ma c’è anche il fatto che negli ultimi 8 anni abbiamo girato il mondo e conosciuto persone e tutto questo rientra nella musica perché non credo alla teoria del genio che sta chiuso nella sua stanza e Dio gli manda i pezzi. Andare in giro , raccogliere esperienze umane, vedere tremila tipi di gruppi, vedere che cosa suonano i gruppi in Russia o in Finlandia…cose magari sconosciutissime! Questo ci soddisfa molto.
- R: In Algeria era la prima volta, com’è andata?
- Massimo: Abbiamo riassaporato la nostra stranezza!(risate) Perché ormai spesso nei circuiti in cui giriamo ci sentiamo…come dire… estremi ! Pero’ chi ascolta ha sempre gli strumenti con cui capire le cose che facciamo. Infatti siamo stati molto apprezzati dai metallari! Ci sono tantissimi metallari in Algeria! Abbiamo scoperto che c’è il death metal algerino e che stanno proprio fissati! (risate)Abbiamo riscoperto di essere strani!
- R: Qual è il ruolo della birra sul palco? Sembra essere oramai un rito…
- Massimo: (risate) Devo parlà io mi sa(risate)…sono io quello che le mette !(risate) ci sono delle abitudini che pian piano si formano…
- R: Avete mai pensato di usare altri strumenti , come un altro modello di sax o un altro modello di basso?
- Luca: Io sono partito che suonavo sia l’alto che il baritono…poi ho scoperto che la dimensione sulla quale lavorare era quella del baritono perché riesce a darmi una sonorità e uno spettro del sonoro abbastanza ampio .Rispetto a quello che facciamo in questo momento è quello adatto. Poi chiaro, magari mi ritroverò a suonare la ciaramella abruzzese(risate)…
Massimo: C’è tanto da fare con un singolo strumento. Mi ero quasi dato la regola di non usare mai pedali…poi ho trovato il “Male”(risate)…quell’Entità lì…non so cosa c’ha messo dentro quello che l’ha fatto ….ho paura!(risate) Mi ero dato quella regola di non usare mai nulla per continuare a vedere in tutti i modi , anche dal punto di vista timbrico, che cosa puo’ uscir fuori dallo stesso strumento continuando ad esplorarlo. - R: Con Geoff Farina ,che ha già collaborato con gli Ardecore , riuscirete a fare delle cose come ZU?
- Massimo: E’ un po’ difficile. Io ho fatto un trio con lui l’anno scorso. Abbiamo anche registrato. Forse uscirà. Però esteticamente quello che cerchiamo con Zu è abbastanza specifico. Anzi, anno per anno diventa tutto sempre più ristretto e quindi è raro. Per esempio l’incontro con Gustaffson ha avuto del miracoloso perché con lui è stato come accelerare questa cosa. E’ raro trovare musicisti anche amici, che magari ascoltano le tue stesse cose, che come te vanno a cercare in quel punto lì, che è quello di Zu. Poi con gli altri progetti uno va a cercare tutte le parti. Però’ Zu è come per gli strumenti: è una cosa limitata e deve essere quella.
- R: Con chi vi piacerebbe collaborare e non avete ancora avuto l’opportunità di farlo?
- Massimo: Penso di poter parlare collettivamente e dire che l’unica persona con cui non abbiamo ancora collaborato e con cui ci piacerebbe tantissimo è Diamanda Galas. Con lei siamo in contatto epistolare e speriamo che prima o poi… chissà… E’ vitale per noi fare qualche cosa con lei. Per il resto quello che arriva e che ci capita ora… insomma… non ci possiamo lamentare!
Intervista finita e l’unico lamento infatti proviene dalla batteria… durante tutto il corso dell’intervista il suo pestaggio ci ha accompagnati come sottofondo.
Usciamo dalla hall e Jacopo s’è finalmente concesso una pausa (o l’ha concessa allo strumento). Gli altri entrano a collaudare i loro ma prima la domanda a Jacopo è: “Come’ è andata?” Risposta facciale poco soddisfatta… due minuti di pausa e rientra. A giudicare dal concerto che è seguito non avrei mai detto che faceva così pena!