Foodsoon – Somelove

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Fabrizio Gilardino, Bernard Falaise e Alexander MacSween, rispettivamente alla manipolazione di nastri, chitarra basso e batteria. Il quinto lavoro per la & Records è fin’ora il più affascinante per svariati motivi, documentaristici e musicali: le varie schegge sonore presenti riportano alla memoria ogni tipo di esperimento sonoro, dai Throbbing Gristle, al lavoro di post produzione dei This Heat, dal rumorismo espressionista di Einsturzende Neubauten e i primi Klaxon Gueule, al post punk angolare degli Wire e dei Pere Ubu, al teatrino esistenziale dei Faust fino ai primi esperimenti di rumore degli Stooges, termine di paragone pù calzante per i Foodsoon: un intero disco a studiare le possibili combinazioni tra rumore e musica rock, un laboratorio dove sviluppare gli incastri possibili tra sample e sezione ritmica, un’industria al cui interno viene suonato ‘Fun House’. Quello che stupisce è effettivamente la capacità di sintesi e di messa a fuoco all’interno dell’album, capace di sbalzi prepotentemente punk (“small town”, “blank urlich”, “x mary”) come di slanci improvvisativi (“east, further east than a walking distance”) e momenti puramente noise: ovvero quando lo studio sulle sfaccettature del rumore si snoda attraverso la canzone. Alla fine lo ascolti perchè sembra l’ultima cosa genuina rock/noise rimasta sulla faccia della terra.