Babilonia #3: Scatole Sonore

Scatole Sonore nasce dall’unione fra l’associazione culturale L’ANTASCORREVOLE e l’etichetta IDROSCALODISCHI all’inizio del 2005, sfruttando come campo d’azione il Rialto Santambrogio, che si fa sede di un laboratorio di collisione sonora in sede live, un piano di esperienze condivise e da convidere attraverso alcuni dei pù rappresentativi artisti della scena elettronica/improvvisativa italiana. E’ così che Scatole Sonore racchiude, in poche semplici serate, l’idea del sottobosco culturale che anima la penisola, e la sua stessa idea di contemporaneità attraverso l’interazione di diverse materie artistiche (Scatole Sonore non si limita difatti al puro messaggio musicale, passando attraverso danza, arte visuale, fotografia e installazioni/perfomance), divenendo, nel giro di un anno, uno dei punti di snodo più importanti di certa avanguardia romana. Lo stesso sottobosco che da anni ormai porta avanti e amplifica le capacità espressive del collettivo iXem, del quale molti degli artisti presentati durante i live set fanno parte (e molte informazioni potete trovarle a questi indirizzi: http://www.ixem.it/index.php?sezione=home, http://www.kathodik.it/modules.php?name=News&file=article&sid=546), collettivo che si propone di documentare lo stato della musica elettroacustica in Italia, e già impegnata da tempo a raccogliere i frammenti di una scena italiana che sempre più rasenta la via dell’evanescenza. Da qui, una piccola riflessione di uno dei suoi organizzatori, Marco Carcasi (nonché membro dei Kar) sulla nascita ed evoluzione del progetto, nonché, nella parte finale, una panoramica delle produzioni L’Antascorrevole/Idroscalo Dischi.

RIALTO SANTAMBROGIO, via di sant’ambrogio 4, Roma

scatolesonore@yahoo.it

www.scatolesonore.org

www.rialtosantambrogio.org

3293275568

Due chiacchere su Scatole Sonore con Marco Carcasi
Il nostro principale interesse risiede nel sondare/scandagliare zone di confine artistiche creando una rete di interferenze/collaborazioni fra artisti operanti nei più svariati campi della ricerca.
L’inizio di scatole sonore è tutto qui, eppure ti posso dire che in questa nostra prima (e speriamo non ultima) stagione di non aver minimamente reso l’idea di quanta energia anima la scena musicale ed artistica in genere di frontiera italiana.
La nostra idea base di poter creare una zona libera e consapevole di interscambio e riflessione fra le arti contemporanee si può quindi definire soltanto all’inizio; eppure qualche vago cenno indicativo va già delineandosi.
Prima di tutto la constatazione che la sensazione generale di isolamento intellettivo e culturale agisce su più di uno degli artisti invitati, veder nascere amicizie e possibili rapporti/unioni dalla temporalità indefinita è forse il miglior risultato che potevamo auspicare.
In genere la scena pare permeata da un’arrendevolezza allarmante a mio giudizio, il considerarsi musicisti ed artisti part-time può anche fare bene poiché spazza il campo da pretestuosità artefatte ma d’altro canto genera di solito uno spiacevole senso di precarietà nell’operato pratico che frena notevolmente la crescita collettiva consapevole.
Noi siamo generalmente gente che si muove da anni lungo i percorsi dell’arte e ne abbiamo subito ogni tipo di fascinazione, bene; partendo dalla nostra esperienza personale abbiamo cercato di creare uno spazio aperto che offrisse in prima istanza le adeguate contropartite tecnico/economiche necessarie a far girar la ruota complessiva.

Ci onora la duplice veste di ascoltatore/organizzatore, ci lusinga aver potuto ospitare situazioni rischiose (prime uscite sul palco in veste solista e strani accoppiamenti nonché improvvisazioni fra artisti che prima di allora neanche si conoscevano).
Per quanto riguarda il riscontro va detto che le presenze delle prime cinque serate parlano linguaggi per noi assolutamente positivi ed imprevisti, non sono cifre mercantili ma cartina di tornasole di quanta voglia c’è in giro di ascoltare/vedere qualcosa che provi (perlomeno) a parlare un linguaggio poco ortodosso. Per quel poco che può interessare potrei citare fra i miei favoriti attimi di piacere:

Nella prima serata:

Il primitivismo surreale di Anofele (che più di un presente ha scosso). primitivo
L’esposizione muscolare di Maath lucida ed emozionante.
Logoplasm, un classico misconosciuto con formula personale d’impressionante profondità.
L’impro conclusiva, sorta di collettivo/collaudo prima del volo/schianto (il suono non i rottami).

Nella seconda serata:

Fega ed il suo teatrino quotidiano dal forte sentore filmico fatto di passaggi impalpabili sovente risolti col sorriso sulle labbra (diletto e tormento, Pasolini e la Magnani ad un passo).
Punck ed il suo incedere sempre più calibrato lungo percorsi scoscesi ed opprimenti.

Spera+Beins a ridefinire il rapporto fra silenzio e suono.
L’impro in questo caso diviene un contenitore cangiante di umori/aromi.

Della terza serata lo spicchio di Afk che con Mariani e Laforgia hanno mostrato un’altra possibile via ad un certo sentire post-Davis d’imbarazzante bellezza.

Sul resto della serata preferisco tacere in quanto coinvolto.

La quarta serata forse quella con le maggiori soddisfazioni:
Madame P, un vero animale da palco, precisione quasi Art rock e leggere vibrazioni folk, forse la vera sorpresa!

Bellatalla + Maddalena Gana, un corpo ed un contrabbasso per uno spettacolo che ha lasciato tutti sgomenti per la sua forza evocativa. Suono ed azione che perfettamente si fondono.
L’impro sconnessa e delirante fra jazz e umorismo conclusiva, felino ondeggiare al buio.
L’ultima e Luca Venitucci, parole e poesia; una fisarmonica ed una voce. Poi le parole, pesanti come il piombo forse perché ordinarie; i bellissimi montaggi video di Virgilio che accompagnava Yin.
Complessivamente 36 situazioni artistiche coinvolte, neanche la punta dell’iceberg è stata ancora sfiorata.

I DISCHI.
Tratteremo qui di seguito i dischi (cd-r in copia numerata) prodotti per la rassegna Scatole Sonore, quindi le registrazioni delle improvvisazioni finali dei collettivi. Questa scelta viene dettata dal tentativo di dare visibilità all’atto più coraggioso della manifestazione, ovvero liberi set di jam improvvisate e quindi di premiare e documentare il momento di collettività e di interscambio tra la cortina di individualità di cui si parlava precedentemente. Di contro interessante anche lo sviluppo delle copertine che ritraggono le sessioni performative dei vari artisti presentati nelle sale attigue il live set, tanto da testimoniare in maniera concreta l’interesse che Scatole Sonore sviluppa intorno all’idea di contemporaneità artistica.

IMPRO ENSEMBLE (Logoplasm, Dr. Who, Anofele, Maath) 01/12/05


Per la prima uscita di Scatole Sonore si intersecano i grandi nomi della scena capitolina: Maath, Anofele (ovvero Adriano Scerna, l’altra metà dei Kar insieme a Marco Carcasi), Dr. Who e Logoplasm sono tra gli esponenti di picco di certa avanguardia improvvisativa locale, e il primo live set che apre la stagione a cura di Idroscalo Dischi e Antascorrevole sembra confermare appieno i meriti e i legami che legano questi artisti. Già alcuni trovatisi in condizione di lavoro comune (stiamo parlando del progetto Kalm, ovvero Kar-Anofele-Logoplasm-Maath), l’improvvisazione del quartetto è una sorta di primitivismo spinto, laddove esiste una fitta rete di corrispondenze tra la ripetitività circolare di drone e suoni concreti e un lavoro di scavo tra sonorità più ancestrali. Impressionante nella sua evocatività, il live set non si discosta mai da questa struttura, andando ad indagare ogni piccola variazione d’umore in un rapporto amniotico con l’ambiente stesso, saturato all’inverosimile e spesso lasciato trasmutare in pura espressione primordiale e cinematografica, quasi fossimo spettatori sbalorditi alle prese con sentimenti sconosciuti e la prima notte del mondo.

IMPRO ENSEMBLE (Kar + Tiziana Lo Conte, Vito Maria Laforgia, Giuseppe Mariani) 02/02/06
Probabilmente l’incontro tra Kar e i due esponenti dell’AFK records è di gran lunga il meno prevedibile dell’intero catalogo di serate, vuoi perché le direzioni musicali dei due sono pressochè diversissime – da un lato le visioni post-Miles e la ricerca timbrica, dall’altro, squarci di materiale sonoro e concretismi vari -, vuoi perché a fare da collante ai quattro è Tiziana Lo Conte, esponente di improvvisazione vocale di scuola Yoko Ono e derivati, ma il risultato è quanto meno strabiliante. Questa volta si gioca su laptop, electronics, tromba, contrabbasso e marchingegni vari stesi su un tappeto astrattamente muscolare, basato sul gioco-forza di tensioni e dinamiche espressioniste/visuali per quel che riguarda il primo quarto d’ora dominato interamente dai due AFK e Tiziana, mentre i Kar producono sfondi ed echi stranianti, quando lentamente si lascia il posto alle costruzioni dei Kar, che si prestano a scenari apocalittici fatti di drone, microritmiche, feedback e deliranti ascessi metallurgici/concreti (si distingue perfettamente il suono di contenitore di rame), mentre il laptop di Mariani e la ricerca timbrica di Laforgia producono landscape alieni e lacerazioni jazz. In tutto questo trovo parecchio riuscita la performance di Laforgia, in grando per l’intera mezz’ora di giostrarsi in qualunque soluzione sonora i tre propongano: strabiliante!

IMPRO ENSEMBLE (Madame P, Roberto Bellatalla, Andrea Marutti) 02/03/06
Un’improvvisazione orbitante, tre particelle in rotazione perpetua attorno ad un’immaginaria traiettoria a doppia ellissi in cui s’incontrano per un attimo e tornano a dissociarsi gli artisti, una Madame P per certi versi vicina ai deliri notturni di Patti Waters, il contrabbasso di Bellatalla per l’occasione in bilico tra jazz e accademia e noise, e un Marutti (aka Afeman, ovvero il padron di casa Afe Records) ad intrecciare umori e vibrazioni in bassa frequenza. L’incontro è stravolgente e trascinante, vengono ripescati per l’occasione vecchi fantasmi, divagazioni free folk quando viene lasciata la scena a Madame P e Bellatalla, puri aspetti noise quando gli artisti finiscono per lasciarsi guadagnando visibilità il Marutti, prodigo di un suono ancestrale e psicotico, quasi se tutti gli umori già deliranti della serata perdessero il controllo in un buio profondo, quello degli ultimi quattro minuti, come fosse una notte demente in cerca di spettatori inconsapevoli, come se davanti agli occhi di tutti si stagliasse in tutta la sua forza rituale una collettiva danza delle streghe. Il tutto descritto dalla registrazione di applausi in diretta, quasi fosse l’unico modo per spezzare la catarsi ineluttabile.

IMPRO ENSEMBLE (Luca Venitucci, Yin, Davide Tidoni) 06/04/06
Di Davide Tidoni avevamo già parlato all’interno della recensione del progetto a cura dell’AFK (http://www.rocklab.it/recensioni.php?id=1287) e c’è poco da aggiungere a quello già detto: il suo lavoro di fluttuazione di oggetti concreti all’interno di onde magmatiche e sfondi sonori ha già dato buoni frutti durante la collaborazione con Nark Bkb, e continua a farlo qui. Il resto del lavoro si muove nella dialettica (e attenzione, non fusione) tra il lavoro di landscape sonoro a cura dell’artista visuale Yin, le frammentazioni radicali della fisarmonica di Venuticci e sample vocali, in un gioco di rimandi metamusicale grottesco e umoristico, nel quale gli stessi inserti vocali parlano di sé stessi. Il lavoro di concretismo sonoro (ad un certo punto appare, tra l’altro, una suoneria) e i rimandi vocali riportano ad un ambiente improvvisativo a metà strada tra il fiabesco e atmosfere cittadine nonché quotidiane; sanciscono stacchi improvvisi e fortemente umorali fino a disciogliere il tutto nel suono nostalgico e antico della fisarmonica di Venitucci, che regala al tutto l’immagine di una poesia lontana e gioiosa.

IMPRO ENSEMBLE (Tirriddiliu, Urkuma, Økapi)
Improvvisazione che, per problemi tecnici, attende l’uscita..

Festival Scatole Sonore. Roma A Partire Dal 21 Settembre 2006.
scatolesonore@yahoo.it 329 3275568.

21 settembre 2006 ore 16:00 – 19:00 – presso DISFUNZIONI MUSICALI_via degli etruschi 4/14 roma (MANIFESTAZIONE ENZIMI / EVENTO O.S.I.) ANOFELE / MAATH ROBERTO BELLATALLA / JAMILA JAZYLBEKOVA + impro.

12 ottobre 2006 ore 22:00 – presso Rialtosantambrogio_via s.ambrogio, 4 roma sala concerto: TAXONOMY POLVERE + impro sala action_visio: FLAVIO ARCANGELI.

02 novembre 2006 ore 22:00 – presso Rialtosantambrogio_via s.ambrogio, 4 roma sala concerto: ENFANCE ROUGE STIMM UNG BLEND + impro sala action_visio: SAMANTHA MARENZI.

07 dicembre 2006 ore 22:00 – presso Rialtosantambrogio_via s.ambrogio, 4 roma sala concerto: SINISTRI ANOFELE / MAATH + impro sala action_visio: URSINO / RONDINA / CARBUTTI.

04 gennaio 2007 ore 22:00 – presso Rialtosantambrogio_via s.ambrogio, 4 roma sala concerto: DANIELE BRUSASCHETTO EGLE SOMMACAL + impro sala action_visio: FABIO QUARANTA.