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Emiliano Sicilia avrebbe potuto tranquillamente sconvolgere i più impressionabili confezionando un disco in tipico guitar hero style. Ne avrebbe avuto i mezzi e le qualità, considerata la sua evidente tecnica chitarristica. Avrebbe dovuto però rinunciare alle sue più brillanti caratteristiche, ovvero quelle di essere un musicista intelligente, ispirato, col bisogno di ritagliare la sua fotografia artistica in rapporto al tempo in cui vive. Ed è così che il chitarrista milanese sceglie, e soprattutto riesce, nella difficile impresa di tirar su un’opera estremamente moderna, al passo coi tempi ed i suoni che hanno varcato la soglia degli anni 2000. In ‘Devotion, Materialize’, questo il titolo dell’album che mi accingo a presentarvi, confluiscono dunque i più svariati stili musicali, formando infine un ricco caleidoscopio, in cui si rincorrono incubi industriali, frammenti elettronici, gusto vagamente neoclassico, addirittura assurde parentesi flamenco e distorsioni di algoritmi tradizionali, il tutto ben inserito in un contesto che oggi definiremmo post metal. Volendo fornire riferimenti immediatamente comprensibili, immaginate un affascinante connubio tra l’assurdità degli Strapping Young Lad e l’eleganza formale dei Massive Attack, i sintomi industriali dei Nine Inch Nails e l’incedere fusion di Allan Holdsworth. Ma non è tutto, poiché Emiliano dimostra di essere a suo agio anche in situazioni più tradizionali, sebbene il nostro preferisca di gran lunga il colpo di scena, la mossa che non ti aspetti, l’avvicendamento di generi spesso in contrasto storico. Il mood dell’opera è maledettamente scuro, ai limiti di una colonna sonora di un film horror moderno.
Concludo con una osservazione: probabilmente questo disco deluderà tutti i guitar hero maniacs, mentre esalterà proprio coloro che a quest’ultimi hanno sempre riservato le più feroci critiche. Da parte mia tanto di cappello ad un musicista che ha saputo osare riuscendo spesso ad impressionarmi favorevolmente, in un contesto tra l’altro piuttosto lontano dai miei lidi abituali.