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Ascolto “All Of A Sudden, I Miss Everyone”, lo riascolto, parecchie volte, e sinceramente non potrei chiedere di più al quartetto texano. Gli Explosions In The Sky con questo nuovo disco raggiungono i fasti di ‘How Strange Innocence” nel valore artistico delle canzoni, ma ancora di più nella carica emotiva del disco.
Già dalla prima traccia “The birth and death of the day” le note di chitarra vanno a cucirsi assieme formando uno splendido velo dai colori inaspettati che va a vestire le potentissime parti ritmiche, un urlo sonoro struggente nella sua forza comunicativa.
Un po’ come i Mogwai di ‘Mr. Beast’ gli Explosions In The Sky riescono a comporre un album grintoso senza perdere quelle atmosfere avvolgenti che hanno trascinato il gruppo nel paradiso del post-rock, e questo nuovo disco è un vero e proprio manuale su come questo genere possa ancora essere vivo sia nelle sue parti più melodiche e sognanti che in quelle esplosive e potenti.
Succede così di ascoltare la lunga “It’s natural to be afraid”, vera e propria cavalcata che cattura l’ascoltatore sia nelle schitarrate iniziali che nel rarefatto ma armonioso paesaggio che prepara allo stridio finale; oppure ci si può abbandonare alla carica di “Catastrophe and the cure” che nelle battute iniziali sembra quasi un brano dei 65daysofstatic senza gli orpelli elettronici ma che nelle parti più pacate è puro suono degli Explosions In The Sky, tutto questo fino allo splendido pianoforte finale di “So long, lonesome”, adagiato su un prato di note soffuse.
Un album che mi tiene col fiato sospeso dall’inizio alla fine, un ritorno che mi lascia totalmente soddisfatto per una delle band che ha scritto una pagina importantissima del post-rock e che ancora oggi riesce a tenerlo vivo con le sue fantastiche composizioni.